Domenico Rotella (detto Mimmo) è ricordato come il maestro della pop art italiana. Per la sua notevole opera di pittore è stato insignito della medaglia d’oro per le Arti Visive dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Cresciuto all’Accademia di belle arti di Napoli, ha viaggiato molto, in particolare negli Stati Uniti e a Parigi, venendo in contatto con le principali correnti pittoriche avanguardiste. Le sue opere più note sono i decollages, disegni impostati su manifesti pubblicitari (celebri quelli della Coca Cola) strappati in diversi punti.
Domenico Rotella, artista italiano
Nato il 7 ottobre del 1918 a Catanzaro da una famiglia della media borghesia, dopo aver ottenuto il diploma nel 1940, nel 1941 è chiamato alle armi. Nel 1943 lascia l’esercito e l’anno successivo ottiene il diploma di maturità artistica a Napoli. Tra il 1944 e il 1945 insegna disegno e calligrafia a Catanzaro.
Nel 1945 si trasferisce a Roma dove frequenta la giovane avanguardia costituita dagli esponenti del Gruppo Forma 1 (Carla Accardi, Ugo Attardi, Pietro Consagra, Piero Dorazio, Mino Guerrini, Achille Perilli, Antonio Sanfilippo e Giulio Turcato). Dopo gli inizi figurativi e le prime sperimentazioni, inizia a dipingere quadri astratto-geometrici ispirati alle opere di Vasilij Kandinskij e Piet Mondrian.
Nel 1947 partecipa alle prime esposizioni nell’ambito dell’Art Club. Nel 1949 si dedica ad esperimenti di poesia fonetica, che denomina epistaltica (un neologismo inventato dall’artista), del quale nello stesso anno redige il Manifesto.
Anni Cinquanta
Nel 1950 espone a Parigi al Salon des Réalités Nouvelles. Nel febbraio 1951 partecipa alla mostra Arte astratta e concreta in Italia – 1951 organizzata da Palma Bucarelli e Giulio Carlo Argan alla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma; il mese successivo, è impegnato nella sua prima personale alla galleria Chiurazzi di via del Babuino.
Nel 1951 ottiene l’assegnazione di una borsa di studio da parte della Fulbright Foundation, che gli permette di recarsi negli Stati Uniti in qualità di Artist in Residence, all’Università di Kansas City. Nel 1952 realizza la seconda personale alla William Rockhill Nelson Gallery of Art di Kansas City e porta a compimento un pannello murale sul tema dell’astronomia presso il dipartimento di Fisica e Geologia dell’università. Per l’Università di Harvard compie una performance di poesia epistaltica. In autunno torna a Roma, dedicandosi alla produzione fonetica.
Nel 1953 comprende che il mezzo pittorico non è più un mezzo adatto per l’espressione della sua poetica e ha improvvisamente quella che egli definisce “illuminazione Zen”: la scoperta del manifesto pubblicitario come espressione artistica.
Così nasce il décollage: Rotella preleva dai muri di Roma e incolla sulla tela pezzi di manifesti strappati per strada rielaborandoli poi in studio, adottando il collage dei cubisti e contaminandolo con elementi mutuati da una matrice informale vicina ad Hans Arp e a Jean Fautrier e con il ready-made dadaista. Nel 1955, a Roma, nella mostra I Sette pittori sul Tevere a Ponte Santangelo, invitato da Emilio Villa, espone per la prima volta il ‘manifesto lacerato’.
In quegli anni si serve anche dei retro dei manifesti, ricavandone delle opere astratte denominate retro d’affiches. Ancora nel 1955 Carlo Cardazzo organizza una mostra dedicata interamente ai décollages e ai retro d’affiches nella sua Galleria del Naviglio a Milano, mentre Leonardo Sinisgalli pubblica sul numero di settembre-ottobre di Civiltà delle Macchine un’ampia riflessione sulla nuova tecnica inventata da Rotella, paragonando il suo lavoro con quello di Lucio Fontana e Alberto Burri.
Nel 1956 partecipa al Premio Graziano e nel 1957 ai premi Battistoni e di Incoraggiamento del Ministero della Pubblica Istruzione. Le sue opere sono esposte in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero, in particolare a Londra, presso l’Institute of Contemporary Arts (ICA) (settembre 1957).
Verso la fine degli anni cinquanta i suoi décollages iniziano a far intravedere dei dettagli figurativi. Nel 1958 partecipa alla mostra Nuove tendenze dell’arte italiana organizzata da Lionello Venturi nella sede romana della Rome-New York Art Foundation. L’anno successivo conosce il critico francese Pierre Restany, con il quale inizia un lungo sodalizio che durerà fino alla morte del critico francese, avvenuta nel 2003.
Anni Sessanta
Agli esordi degli anni Sessanta, mentre si divideva tra Roma e Parigi, Rotella iniziò a costruire assemblages con oggetti trovati a porta Portese o al mercatino delle pulci parigino; elaborò anche gli “oggetti rotellizzati”, come il multiplo in cento esemplari Petit monument à Rotella (1961), consistente nella presentazione sotto forma di scultura – con la collocazione sopra una base – di una lattina d’olio per motori che riportava la scritta originale “Rotella T Oil”.
Nel 1961 fu invitato a The Art of Assemblage al MoMA, e l’anno successivo, sempre a New York, partecipò a The New Realists, allestita alla Sidney Janis Gallery. Nel 1964 ottenne una sala personale, nella quale furono esposti alcuni grandi décollages, alla 32esimo Biennale di Venezia, l’edizione che avrebbe consacrato la pop art e visto premiato Robert Rauschenberg come miglior artista straniero.
L’11 febbraio 1964 Rotella venne arrestato nella sua casa romana di via Brunetti e trasferito al carcere di Regina Coeli, dove rimase, con l’accusa di spaccio di stupefacenti e possesso di materiale pornografico, fino al 17 luglio dello stesso anno, quando venne prosciolto per mancanza di prove. Durante i cinque mesi di reclusione intrattenne un intenso carteggio con Plinio De Martiis, titolare della galleria romana La Tartaruga, che si prese l’incarico di organizzare la sala personale di Rotella alla mostra veneziana, mostra che l’artista riuscì poi a visitare, il 18 ottobre, accompagnato da Lucio Fontana.
Da Parigi a New York
La disavventura giudiziaria lo spinse a trasferirsi definitivamente a Parigi già dall’agosto 1964. Ai décollages si affiancarono opere realizzate con la tecnica del riporto fotografico (o reportage), sperimentata già dall’anno precedente e destinata a essere impiegata per lo sviluppo di due cicli: i reportages socio-politici e i ritratti. Nel primo caso le immagini venivano cavate da riviste e giornali, fotografate dall’artista, proiettate sulla tela ingrandite e, attraverso un’emulsione fotografica, impresse sul supporto (The assassination of Kennedy, 1963).
La fonte dei ritratti era invece una fotografia scattata direttamente da Rotella al soggetto (Ritratto di Lucio Fontana, 1965). Parallelamente ai reportages Rotella dette vita agli artypo, lavori ottenuti riutilizzando i fogli stampati in tipografia come prove precedenti all’avviamento macchina, nei quali le immagini si sovrapponevano in maniera casuale.
La prima personale dedicata ai riporti fotografici, intitolata Vatican IV, si tenne alla Galerie J nel 1965, mentre l’anno dopo nel foyer del teatro La Fenice di Venezia fu la volta degli artypo. In virtù dell’utilizzo di queste due tecniche di riproduzione meccanica dell’immagine, Restany incluse Rotella nel movimento della Mec-Art.
Nel novembre 1967 l’artista abbandonò lo studio di rue Clément e si recò a New York in occasione dell’inaugurazione della mostra Marilyn Monroe alla Sidney Janis Gallery, dove conobbe Andy Warhol e altri artisti della pop art americana; fu dapprima ospite di Christo, per trasferirsi poi, dal gennaio al maggio 1968, al Chelsea Hotel, in una camera-studio all’interno della quale realizzò numerosi ritratti.
Anni Settanta
Agli inizi degli anni settanta produce alcune opere intervenendo sulle pagine pubblicitarie delle riviste con l’impiego di solventi e riducendole o allo stadio di impronta (frottage) o cancellandole (effaçage). Nel 1974 il critico Tommaso Trini pubblica per le Edizioni Giampaolo Prearo una monografia aggiornata sull’attività di Rotella, mentre l’anno successivo una grande mostra retrospettiva è organizzata presso la Rotonda di Via Besana a Milano.
Nel 1975 incide il primo disco di poesie fonetiche prodotto dalle Edizioni Plura di Milano e nel 1976 prende parte a Poésie action. Poésie sonore 1955-1975 organizzato a Parigi dal poeta Bernard Hiedsieck. Altra sperimentazione, in quegli anni, è quella di accartocciare i manifesti e chiuderli in teche di plexiglas, realizzando così le plastiforme.
Il 9 settembre 1977 è colpito al volto da una biglia di ferro durante una manifestazione di Autonomi a Milano e viene ricoverato d’urgenza all’ospedale. Questo è un episodio simbolico del clima che ha caratterizzato gli anni di piombo in Italia: riflettendo su questi episodi, Rotella elabora alcuni riporti fotografici a tema socio-politico.
Dagli anni Ottanta ai Novanta
Nel 1980 lascia definitivamente Parigi per stabilirsi a Milano. Nel capoluogo lombardo elabora i blanks o “coperture”: manifesti pubblicitari azzerati, ricoperti da fogli monocromi, come avviene per la pubblicità scaduta. Nel 1984 realizza grandi tele a pittura acrilica dedicate al cinema: Cinecittà 2 allo Studio Marconi di Milano . Nel 1986 partecipa alla seconda Biennale dell’Avana.
Nello stesso anno realizza le “sovrapitture”, ispirandosi al graffitismo: interviene pittoricamente su manifesti lacerati ed incollati su un supporto. Vi traccia scritte e simboli come quelli che si possono leggere sui muri cittadini . Nello stesso anno realizza la scultura in travertino Omaggio a Tommaso Campanella per la città siciliana di Gibellina.
Nel 1990 partecipa al Centre Pompidou di Parigi alla mostra Art et Pub e al Museum of Modern Art di New York all’esposizione High and Low. Si sposa nel 1991 con Inna Agarounova e nel 1993 nasce la figlia Aghnessa (Asya). Riceve due anni dopo dal Ministro della Cultura francese, Jack Lang, il titolo di Officiel des arts et des Lettres.
È invitato al Guggenheim Museum di New York nel 1994 per la mostra The Italian Metamorphosis 1943-1968 curata da Germano Celant, poi nuovamente al Centre Pompidou nel 1996 in occasione di Face à l’Histoire. Nel 1996 al Museum of Contemporary Art di Los Angeles organizza organizza Art and Film since 1945: Hall of mirrors, mostra itinerante che tocca varie tappe in tutto il mondo. Nel 1998, dedica al cinema di Federico Fellini il ciclo di lavori chiamato Felliniana.
Anni Duemila e morte
Nel maggio 2001 venne inaugurata una grande retrospettiva a Pisa in palazzo Lanfranchi, poi allestita nel museo di Villa Croce di Genova; nel medesimo anno Harald Szeemann selezionò numerose opere che vanno dagli anni Sessanta agli Ottanta per la 49esimo Biennale di Venezia. Nell’aprile 2002 Rotella fu insignito dal presidente della Repubblica della medaglia d’oro per le arti visive. Morì a Milano l’8 gennaio 2006.
Nel Duemila, per volontà dell’artista, venne creata la Fondazione Rotella, che dal 2005 ha sede nella Casa della memoria, casa-museo dedicata all’opera dell’artista nell’abitazione natale a Catanzaro. Dodici anni dopo, invece, fu fondato dalla moglie e dalla figlia il Mimmo Rotella Institute, allo scopo di curare il catalogo generale e l’archivio dell’artista, nonché promuoverne l’opera attraverso mostre e attività divulgative e di ricerca.