Alle ore 18, ora italiana, le 12 a Washington DC, di venerdì 20 gennaio 2017 Donald Trump diviene il ufficialmente il 45esimo presidente nella storia degli Stati Uniti d’America. Dopo la vittoria alle presidenziali americane dell’8 novembre scorso contro Hillary Clinton, e il voto dei Grandi Elettori che l’hanno formalmente nominato successore di Barack Obama.
20 gennaio 2017: insediamento presidenziale di Donald Trump
Il 20 gennaio 2017, con la cerimonia di insediamento presso il Campidoglio, sede del Congresso, Donald Trump è diventato il 45esimo Presidente degli Stati Uniti d’America.
Il suo primo discorso da presidente è stato fortemente improntato a tematiche autarchiche, isolazioniste e patriottiche. Il giorno seguente si è svolta la Women’s March, una marcia contro Trump a cui hanno partecipato più di mezzo milione di persone.
Le fasi di iniziazione
A cantare l’inno nazionale è Jackie Evancho, ex concorrente dell’America’s got talent. Ore 11.30 (17.30 italiane): si sono susseguite dichiarazioni di apertura della cerimonia e il giuramento di Pence come vice presidente e mezz’ora dopo (ore 18 italiane) Trump pronuncia il giuramento, davanti al presidente della Corte suprema John Roberts, poi il discorso inaugurale. La banda dei Marine hanno avuto modo di interpretare l’inno presidenziale Hail to the Chief, poi vengono esplosi 21 colpi di cannone.
Nel pomeriggio (21-23 italiane): Trump e Pence hanno preso parte alla parata lungo i 2,4 chilometri di Pennsylvania Avenue, tra Campidoglio e Casa Bianca. Tra le 19 e le 23 (tra la mezzanotte e le 5 del mattino del 21 gennaio in Italia) Trump, Pence e le loro mogli hanno partecipato a tre balli inaugurali ufficiali.
Una tranche del tranche del discorso inaugurale
Per troppo tempo, un piccolo gruppo nella capitale della nostra nazione ha raccolto i frutti del governo, mentre le persone ne hanno sostenuto il costo.
Washington fiorì, ma la gente non partecipò alla sua ricchezza. I politici hanno prosperato, ma i posti di lavoro e le fabbriche hanno chiuso.
L’establishment proteggeva se stesso, ma non i cittadini del nostro paese. Le loro vittorie non sono state le tue vittorie; i loro trionfi non sono stati i tuoi trionfi; e mentre celebravano nella capitale della nostra nazione, c’era poco da festeggiare per le famiglie in difficoltà in tutto il nostro paese.
Tutto cambia a partire proprio da adesso, perché questo momento è il tuo momento: ti appartiene. Appartiene a tutti coloro che si sono riuniti qui oggi e a tutti coloro che ci stanno guardando in tutti gli Stati Uniti d’America.