Donald John Trump è un imprenditore, politico e personaggio televisivo statunitense. Le sue strategie di gestione del marchio, il suo stile di vita e i suoi modi diretti hanno contribuito a renderlo un personaggio celebre, status sociale accresciuto anche da camei in film e serie televisive, apparizioni in diversi concorsi di bellezza come Miss Universo, Miss Teen USA e Miss USA.
Tutto questo è stato per lui il lasciapassare per i vertici della Casa Bianca, facendolo divenire cos’ il 45º presidente degli Stati Uniti d’America in data 20 gennaio 2017. La sua ascesa nel mondo politico statunitense ha avuto un impatto rivoluzionario molto forte, Trump, infatti, si frappone alle politiche di alcuni apparati federali statunitensi, ponendosi, conseguentemente, l’obbiettivo di riformare gli States e opporsi all’impero americano in quanto tale.
14 giugno 1946: nasce Donald John Trump, 45º presidente degli Stati Uniti d’America
Donald John Trump Senior nasce a New York il 14 giugno del 1946. Famoso imprenditore americano, impegnato in diversi settori, soprattutto quello immobiliare è considerato uno degli uomini più ricchi del mondo; è noto per i suoi enormi investimenti e per aver fatto del suo cognome una vera e propria etichetta mediatica, utilizzata come marchio per le sue attività e acquisizioni. È figlio di Fred Trump, un facoltoso imprenditore di New York, da cui è stato fortemente influenzato nel proposito di intraprendere una carriera nel medesimo settore.
Trump proviene da antenati tedeschi per parte di padre e scozzesi per parte di madre; tutti e quattro i suoi nonni nacquero in Europa: il nonno Frederick Trump, di origini tedesche (nato come Drumpf), fu il capostipite della famiglia Trump. Nacque a Kallstadt in Renania nel 1869 e nel 1885 emigrò negli Stati Uniti lavorando a New York come barbiere. Quell’anno, coi soldi guadagnati, aprì hotel e ristoranti sulle spiagge dell’oceano Pacifico e nello Yukon, durante la corsa all’oro del Klondike. Ritornato a New York, si sposò con Elizabeth Christ dalla quale ebbe in ordine cronologico: Elizabeth Trump Walters, Fred Trump e John George Trump.
Percorso accademico
Iscritto alla “Kew-Forest School”, nel Queens, il giovane Donald Trump non ha un carattere facile e si mette in cattiva luce a scuola a causa di una sua disciplina non proprio impeccabile. Nel 1954 allora, quando ha tredici anni, il ragazzo viene iscritto dai genitori ad un’accademia militare: la “New York Military Academy”. L’idea si rivela azzeccata: il futuro Mr Trump si distingue per il proprio valore, conquistando diversi riconoscimenti, come quello di capitano della squadra di baseball, esattamente nel 1964.
Dopo il passaggio dalla “Fordham University” alla “Wharton School” dell’Università della Pennsylvania, Donald Trump si laurea nel 1968, specializzandosi in Economia e Finanza. Il passo seguente è quello presso la Trump Organization, ossia l’azienda paterna, dove comincia ad occuparsi degli affitti di Brooklyn, del Queens e di Staten Island.
Già in questi anni si rivelano le sue enormi capacità di investitore. Lavorando dal college infatti, il giovane e rampante Donald Trump intraprende un progetto di rilancio del complesso residenziale Swifton Village, nell’Ohio, a Cincinnati. Dal 34% di occupazione media degli alloggi, la struttura passa al 100% in un solo anno e quando la Trump Organization vende Swifton Village ricava circa 6 milioni di dollari.
Gli anni ’70
Nel 1971 Donald Trump si sposta a Manhattan e comincia ad interessarsi di grandi costruzioni, nelle quali sia facile riconoscere il nome – o il marchio – di chi le ha realizzate. La prima “grande opera”, come si direbbe in Italia, è quella dell’antiquato “Penn Central”, in zona West Side, dove Trump realizza il nuovissimo Grand Hyatt, ben altra cosa rispetto al Commodore Hotel.
Il successo dell’opera è sotto gli occhi di tutti e alcuni anni dopo, l’imprenditore cerca di sfruttarlo per un’imperiosa opera di ripristino voluta dalla città di New York, ossia di porre il Wollman Rink al Central Park. Nel frattempo Trump dà vita a diverse altre costruzioni e in città il suo nome comincia a circolare, soprattutto sulla carta stampata.
Anni ’80
Il progetto del Wollman, iniziato nel 1980, con una previsione di due anni e mezzo di lavori, nel 1986 ristagna, nonostante i 12 milioni di dollari già spesi. Donald Trump si propone di completare l’opera senza alcun costo per il Comune, facendo valere le proprie ragioni soprattutto attraverso i media, che spingono affinché sia lui ad occuparsene. Ottenuto l’appalto, realizza il lavoro in soli sei mesi e con solo 750.000 dei 3 milioni di dollari stanziati.
Forte del successo ottenuto, nel 1988 diventa il proprietario dello storico Hotel Plaza di New York, che mantiene fino al 1998. La sua Trump Organization diventa a tutti gli effetti una importante immobiliare del lusso.
In questi anni ’80 però il costruttore investe anche sui casinò e in altre strutture alberghiere, esponendo il proprio nome e le sue garanzie economiche ben oltre il dovuto. Così, nel 1989, a causa della recessione, Trump inizia a trovarsi in una serie di difficoltà finanziarie che si porta dietro per tutto il resto della sua carriera imprenditoriale, considerata da alcuni sempre sul punto di crollare e da altri, al contrario, ben salda e di là dal capitolare.
Incidenti di percorso
Ad ogni modo, in questo periodo è il suo terzo casinò, il celebre Taj Mahal, a dargli dei guai. Attraverso i cosiddetti “bond spazzatura”, con un tasso di interesse di 1 miliardo di dollari, Trump finanzia questo mirabolante progetto. Ma nel 1991 l’impresa è sull’orlo del fallimento e il magnate del lusso deve cedere il 50% della proprietà del casinò agli obbligazionisti, in cambio di una riduzione dei tassi e di un prolungamento per il rimborso. Si salva dal fallimento, ma deve continuare con l’opera di ridimensionamento delle sue imprese, come quella del Trump Plaza Hotel, che spartisce al 49% con Citibank, e quella del Trump Shuttle, che invece perde definitivamente.
Nonostante queste vicissitudini poco favorevoli, l’imprenditore porta in borsa la sua “Trump Hotels & Casino Resorts”. Wall Street spinge le sue azioni sopra i 35 dollari ma, solo tre anni dopo, crollano, a causa di un debito gravante sulla società di 3 miliardi di dollari. Solo nel 2004, la società azionistica annuncia la sua ristrutturazione del debito, con una riduzione della quota azionaria dal 56% al 27%.
Gli anni Duemila e l’ingresso in politica
Nel frattempo però, l’imprenditore newyorchese investe nei paesi arabi e diventa comproprietario del complesso “Palm Trump International Hotel and Tower”, il quale sorge, monumentale, sulla centrale delle tre Isole delle Palme di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti.
Inoltre, si apre definitivamente ad altri campi, come quello dell’energia, e dal 2006 diventa il più importante testimonial della multinazionale delle telecomunicazioni e dell’energia ACN Inc. Investe anche nel wrestling e in televisione, portando sugli schermi un reality show prodotto interamente da lui dal titolo “The Apprentice”.
Negli anni 2000 e 2010 si interessa sempre più alla politica e nel corso di una nota trasmissione televisiva, il “Larry King Live”, nel settembre 2008 Donald Trump ufficializza il suo appoggio al Senatore Repubblicano John McCain, in lizza per le presidenziali (poi battuto da Barack Obama). Nonostante molti facciano il suo nome come futuro candidato repubblicano in vista delle nomination del 2012, il 16 maggio del 2011 Donald Trump smentisce la sua candidatura.
Dal 22 gennaio del 2005 inoltre contrae il suo terzo matrimonio, con Melania Knauss, da cui ha avuto il suo quinto figlio nel 2006, Barron William Trump. In precedenza, il costruttore è stato sposato con Ivana Marie Zelickovà Trump, dal 7 aprile 1977 all’8 giugno 1992 (con cui ha avuto tre figli; Donald John, Ivanka Marie ed Eric), e con Marla Maples, sposata dal 1993 al 1999 (e da cui ha avuto Tiffany Trump nel 1993).
Elezioni presidenziali
Il 16 giugno 2015 Donald Trump annuncia formalmente la propria candidatura alle elezioni presidenziali del 2016. Passando attraverso varie battaglie politiche (anche interne al suo partito), critiche, discorsi pubblici, un anno più tardi, nel mese di luglio diviene ufficialmente il candidato repubblicano alla Presidenza, per succedere ad Obama. A sfidarlo è Hillary Clinton.
Hillary Clinton aveva avuto un significativo vantaggio nei sondaggi nazionali e nella maggior parte dell’anno 2016. Ai primi di luglio, l’avanzata di Hillary Clinton scese nei sondaggi nazionali a causa dell’annunciata riapertura delle indagini da parte dell’FBI sulla controversia riguardante l’uso della posta elettronica come Segretario di Stato durante la prima Presidenza di Barack Obama.
Il Direttore dell’FBI James Comey, ha concluso che Hillary Clinton aveva avuto una “grave colpa” nella gestione dei documenti, classificati come governativi. Inoltre la Clinton rappresentava quell’amministrazione Carter e Obama accusata dai loro oppositori di aver svolto attività di zerbinaggio verso i gotha dell’economia mondiale.
Dibattito presidenziale
Il 26 settembre 2016, Donald Trump e Hillary Clinton si sono scontrati nel primo dibattito presidenziale alla Hofstra University di Hempstead, New York. Il moderatore è stato Lester Holt, giornalista televisivo di “NBC News”. Questo è stato il dibattito presidenziale cui ha assistito il maggior numero di telespettatori nella storia degli Stati Uniti.
Il secondo dibattito presidenziale ha avuto luogo il 9 ottobre alla Università Washington di Saint Louis a Missouri City. I discorsi iniziali in questo dibattito hanno visto prevalere Trump con il record di commenti indecenti sulle donne (vedi sotto) e contro le accuse mosse sugli scandali sessuali di Bill Clinton.
Prima di questo dibattito Trump ha tenuto una conferenza stampa alla quale sono stati invitate quattro donne, che hanno accusato l’ex presidente Bill Clinton di molestie sessuali. Il dibattito presidenziale finale si è tenuto il 19 ottobre 2016 presso l’Università del Nevada a Las Vegas. Il rifiuto di Trump di dire se, in caso di sconfitta, avrebbe accettato il risultato delle elezioni presidenziali ha attirato l’attenzione da parte dei media.
Dopo una campagna elettorale segnata da toni molto aspri, smentendo gran parte delle previsioni il 9 novembre 2016 Donald Trump è diventato presidente eletto ottenendo il voto della maggioranza, e precisamente di 304, dei 538 grandi elettori che compongono il Collegio elettorale.
Presidenza
Il 20 gennaio 2017, giorno della scadenza del secondo mandato di Barack Obama, Donald Trump entrò ufficialmente nella Casa Bianca come 45º presidente degli Stati Uniti d’America. In quell’occasione aveva già compiuto settant’anni, il che lo rende il presidente più anziano entrato in carica dai tempi di Ronald Reagan (divenuto presidente quando ne aveva 69).
Nel 2016 la rivista “Forbes” lo ha indicato come seconda persona più potente al mondo, mentre il settimanale statunitense “Time” lo ha prescelto quale “persona dell’anno”. Il 30 giugno 2019 diventa il primo presidente della storia degli Stati Uniti ad essere entrato in Corea del Nord. Il 18 dicembre 2019, dopo il sì della Camera dei rappresentanti, diventa il terzo presidente nella storia degli Stati Uniti ad essere messo ufficialmente sotto accusa, dopo Andrew Johnson (1868) e Bill Clinton (1998).
Nel corso del suo mandato, le sue scelte politiche sono state caratterizzate da alcuni elementi che si frappongono radicalmente a quelle neo-liberiste di alcuni suoi predecessori, tra le tante spicca la difesa dei confini statunitensi, i dazi doganali alla Cina e ad altri paesi, gli scontri col WTO (per quel che concerne la sua richiesta di aumentare le tariffe sulle esportazioni cinesi e messicane negli Stati Uniti) gli accordi commerciali col Regno Unito (post-Brexit) nonché la propensione a proporre e ad accettare accordi bilaterali tra stati, il programma emergenziale per evitare che l’estensione del contagio da COVID-19 e il contenimento del crollo dell’economia statunitense definito di stampo keynesiano.
La sua lotta senza quartiere al cosiddetto Deep State è entrata nel clou quando ha favorito la deregolamentazione e l’intervento del governo federale ridotto. Divenendo così il primo presidente in sedici anni a firmare una delibera di disapprovazione della Revisione del Congresso; la legge era stata utilizzata in precedenza solo una volta. Durante le prime sei settimane di carica, ha abolito novanta regolamenti federali.
Un’altra grande stoccata al Deep State è avvenuta il 23 gennaio 2017, quando ha ordinato un congelamento temporaneo di assunzioni di personale a livello governativo, che consente eccezioni, soprattutto per i posti di lavoro ritenuti vitali per motivi di sicurezza nazionale o di sicurezza pubblica.
Curiosità
Il cognome originario della famiglia Drumpf, in tedesco è molto simile a “Trumpf”, che significa “carta vincente” o “risorsa preziosa” (come l’inglese “Trump”). “Drumpf” si evolse in Trump durante la guerra dei trent’anni nel XVII secolo. Trump si è detto più volte orgoglioso delle sue origini tedesche; nel 1999 venne nominato gran maresciallo alla German-American Steuben Parade tenutasi a New York.
Nel suo libro del 1987, Trump: L’arte di fare affari, fu obbligato a dire che suo padre Frederick Trump fosse di origini svedesi: entrambi i nonni paterni di Trump nacquero in Germania, ma il padre di Donald negli anni dopo la Seconda Guerra Mondiale disse di avere antenati svedesi per allontanare dalla sua famiglia l’onta di essere legati alla Germania nazista; secondo un parente, John Walter, il padre di Trump “aveva diversi tenutari di origine ebraica e per l’epoca non era buona cosa dirsi di parentela tedesca”.
Trump all’età di diciotto anni presso la New York Military Academy il 30 giugno 1964 La famiglia di Trump viveva in una villa di stile Tudor revival a Wareham Place presso Jamaica Estates, dove lo stesso Trump visse frequentando la Kew-Forest School. Nel 1983 Fred Trump dichiarò in un’intervista che Donald “era una piccola peste da bambino”.
Vita privata
Tre mogli, cinque figli, nove nipoti. Donald Trump, 70 anni, 45º presidente degli USA, si è portato dietro un clan alla Casa Bianca. Una famiglia che l’ha fortemente sostenuto durante la campagna elettorale, a cominciare da Ivanka, figlia della prima moglie Ivana.
Il 16 giugno 2015 è proprio la secondogenita 35enne a introdurre il padre Donald, nella sua Trump Tower, a New York, nel giorno della sua candidatura alle presidenziali 2016. Nato a New York, figlio di Fred, un ricco immobiliarista, il successore di Barack Obama si laurea in Economia e Finanza e stravolge subito l’azienda del padre alzando i profitti. Secondo “Forbes”, Trump oggi è il 405 esimo uomo più ricco del mondo.
Ironia della sorte: i Clinton sono tra gli ospiti del suo terzo matrimonio con la ex modella slovena 46enne Melanija Knauss, oggi la nuova first lady americana. Che ha già un primato: è la seconda donna alla Casa Bianca di origine straniera.
Nel 1885 Louisa Adams, moglie del sesto presidente degli Stati Uniti, John Quincy, era inglese. Melania Trump è stata accusata di aver copiato, lo scorso luglio, il discorso di Michelle Obama per il marito Barack nel 2008. Prima di ottenere la green card, nel 2001, sarebbe entrata dieci volte illegalmente negli USA, secondo l’Associated Press. Il colpo di fulmine a New York, durante la fashion week del 1998, mentre Trump era ancora sposato con la seconda moglie.
La coppia si è poi unita nel 2005 e ha un figlio, Barron William, 10 anni. Dal ’93 al ’99, il 45º presidente USA è stato sposato con Marla Maples, da cui ha avuto la figlia Tiffany, 23 anni. Marla a sua volta era stata la storica amante e spettacolare causa di divorzio all’epoca dalla prima moglie, Ivanka Trump, a cui è stato legato per quasi vent’anni, dal 1977 al 1992, e con la quale ha avuto i primi tre figli, Donald jr, 39 anni, Ivanka, 35 e Eric, 32.