Donna trovata morta in Trentino Alto Adige: arrestato il marito. L’uomo non ha saputo fornire una spiegazione sulla morte della moglie.
Arrestato il marito della donna morta in Trentino
Svolta nel caso giovane donna pakistana trovata morta ieri nel suo appartamento a Versciaco, in Alto Adige. Dopo una notte in caserma è stato disposto il fermo del marito, Z.M., pakistano di 38 anni, che non ha fornito ai magistrati e agli investigatori un’effettiva spiegazione di ciò che era accaduto alla coniuge.
L’uomo, davanti alle contestazioni degli inquirenti rese precise dalle molteplici testimonianze raccolte tra amici e colleghi di lavoro del pakistano, si è chiuso in un assoluto silenzio. A questo punto i sostituti procuratori intervenuti, considerati i gravi indizi a carico dell’indagato per il delitto di omicidio pluriaggravato e valutato altresì grave e concreto il pericolo di fuga, hanno disposto con decreto il fermo d’indiziato di delitto, immediatamente eseguito dai Carabinieri.
Sarà comunque l’autopsia a fugare i dubbi sulla morte della donna, che viveva con il suo convivente in un appartamento in via Anger, in un gruppo di case a prevalente destinazione turistica. Ieri mattina verso le ore 11 una persona, probabilmente un parente, di cui non si conosce l’identità, ha dato l’allarme. Sul posto sono intervenuti il soccorso sanitario e i carabinieri. La donna è stata ritrovata riversa sul letto.
Non c’erano tracce di sangue. Da una prima indagine medica la donna è morta per asfissia. Si ipotizza pertanto che possa essere stata soffocata con un cuscino o strangolata. La donna era in avanzato stato di gravidanza. Alla sua morte si aggiunge quindi anche la morte del bambino che avrebbe dato alla luce fra poche settimane. I vicini di casa hanno dichiarato che si trattava di “una coppia che non si fa notare e non dà nell’occhio” e che pertanto non c’erano stati molti contatti.
Sono 600 all’anno i casi di abusi e violenze nei confronti di donne e bambini su cui indaga la Procura di Bolzano. Circa 270 sono i provvedimenti di allontanamento da casa, ma un uomo su 4 non rispetta le disposizioni dell’autorità giudiziaria. A fornire i dati è il sostituto procuratore di Bolzano, Luisa Mosna, a capo di un gruppo di lavoro composto da quattro magistrati che si occupa di violenza contro donne e minori.