Mario Draghi valuta nuove modifiche al reddito di cittadinanza. Mentre fila liscio l’esordio del green pass su tutti i luoghi di lavoro, una misura voluta e difesa a spada tratta dal governo e che, solo sabato scorso, aveva scatenato l’ira dei no vax, col centro di Roma teatro di scontri fino all’inimmaginabile assalto alla sede nazionale della Cgil.
L’espressione che rimbalzava ai piani alti di Palazzo Chigi era ‘rischio calcolato’: sul piatto della bilancia la tenuta del sistema, dalle possibili violenze ai contraccolpi sull’economia del Paese, a partire dagli scaffali dei supermercati che qualcuno temeva restassero vuoti. Mario Draghi, racconta chi gli è vicino, non ha tentennato, puntando dritto sulla tenuta del sistema.
Le modifiche di Draghi al reddito di cittadinanza
Si approva il dl fiscale, ma ecco che nella maggioranza scoppia un’altra grana. Perché a Palazzo Chigi, da sempre e al netto del ‘colore’ politico di ogni governo, ogni giorno porta la sua pena. Quella di oggi, per Draghi, prende il nome di reddito di cittadinanza. “Senza il reddito di cittadinanza – le parole del responsabile delle Politiche agricole in Cdm, riportate dall’Adnkronos – la tensione sociale sarebbe esplosa, non sarebbe stata gestibile. Ma qui c’è chi fa finta di non averlo capito”. Il dem Andrea Orlando si schiera al fianco di Patuanelli e fa muro, rimarcando la necessità di non smantellare la misura. Entrambi concordi sulla necessità di potenziare le politiche attive sul lavoro, “anche se – puntualizza il ministro grillino – era impensabile credere che il lavoro ripartisse e l’impianto del rdc funzionasse considerando che abbiamo dovuto fare i conti con il lockdown”.
Il parere di Salvini
Del resto Salvini è lungi dall’arretrare, anche oggi torna all’attacco e affonda. “Una cosa su cui dovremmo intervenire l’anno prossimo – dice – è il tema reddito di cittadinanza perché garantirlo a chi non può lavorare è sacrosanto, disabili, invalidi, persone in difficoltà, il problema è che gli abusi e i furti ormai sono quotidiani per cui regalare miliardi di euro a chi magari arriva dall’estero, fa un salto in Italia e torna a casa mantenuto a spese degli italiani non è possibile”.
Dunque il rdc “è tutto da rivedere – mette in chiaro il leader della Lega – anche perché sono 8 mld di spesa e con otto miliardi alle imprese immaginate quante assunzioni verrebbero permesse”. Intanto il primo assalto tentato oggi dalla Lega in Cdm non ha centrato l’obiettivo. Ma c’è chi è pronto a scommettere che la battaglia sarà lunga e senza esclusione di colpi.