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Droga e telefoni nel carcere di Fuorni: una condanna e sette rinvii a giudizio

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Foto di repertorio

Un’operazione condotta dalla Procura di Salerno ha portato alla luce un traffico di droga e telefoni cellulari all’interno del carcere di Fuorni, organizzato tra dicembre 2022 e febbraio 2023. Il Gup Giovanni Rossi ha emesso una prima condanna e disposto il rinvio a giudizio per altri sette imputati coinvolti nella vicenda come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola.

Droga e telefoni nel carcere di Fuorni: una condanna

La 40enne Maria Teresa Troisi è stata condannata a 3 anni e 2 mesi di reclusione con il rito abbreviato, una pena significativamente inferiore rispetto agli 8 anni e 10 mesi richiesti dall’accusa. Gli altri indagati andranno a processo con l’avvio del dibattimento fissato per il 16 maggio davanti al primo collegio della prima sezione penale del Tribunale di Salerno. L’inchiesta coinvolge anche Roberto Bianco Junior, la cui posizione è stata stralciata e verrà trattata separatamente.

Il sistema di spaccio in carcere

Le indagini sono partite dopo ripetuti sequestri di droga e telefoni cellulari all’interno del penitenziario. Grazie alle intercettazioni ambientali, gli investigatori hanno ricostruito il meccanismo utilizzato per introdurre e distribuire gli stupefacenti tra i detenuti.

Secondo l’accusa, Maria Teresa Troisi nascondeva cocaina, hashish e crack nelle cuciture dei pantaloni destinati al compagno Emanuele Esposito, detenuto a Fuorni. Una volta ricevuta la merce, Esposito si occupava di distribuirla all’interno del carcere. I pagamenti venivano effettuati attraverso ricariche su una PostePay intestata alla Troisi.

Un altro elemento chiave dell’organizzazione era Roberto Bianco Junior, già condannato a 4 anni di reclusione per aver sparato contro la vetrina di un panificio in Piazza XXIV Maggio. Il 25enne avrebbe messo a disposizione il proprio telefono cellulare per consentire le comunicazioni tra i detenuti e l’esterno.

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