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Addio alle “mucche di mare”: dichiarato funzionalmente estinto il dugongo

Il dugongo cinese è stato dichiarato funzionalmente estinto. Da ben quattordici anni, non vengono avvistati esemplari vivi

È stato dichiarato funzionalmente estinto il dugongo cinese. Questi animali, noti anche come “mucche di mare” sono destinati a sparire. La loro popolazione ha iniziato a crollare a partire dagli anni ’70 del secolo scorso, a causa degli effetti devastanti delle attività umane: pesca, collisioni con le imbarcazioni e distruzione dell’habitat naturale sono tra le principali minacce che hanno fatto sparire i dugonghi dalle coste cinesi.

Dichiarato funzionalmente estinto il dugongo cinese

Da ben quattordici anni, non vengono avvistati esemplari vivi di dugonghi. Ecco perché, dopo uno studio approfondito, sono stati dichiarati funzionalmente estinti, con una postilla di probabile “estinzione locale”. La ricerca è stata condotta da un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell’autorevole Istituto di Zoologia della Zoological Society di Londra, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Marine Mammal and Marine Bioacoustics Laboratory – Institute of Deep-sea Science and Engineering dell’Accademia Cinese delle Scienze, del Center for Ocean Mega-Science e del Dipartimento di Ecologia – Scuola di Biologia dell’Università Aristotele di Thessalonica (Grecia).

Cosa sono i dugonghi

Il dugongo è un mammifero dell’ordine Sirenia; è l’unica specie del genere Dugong Lacépède, 1799 e della famiglia Dugongidae Gray, 1821. È un parente relativamente prossimo del lamantino, da cui si differenzia soprattutto per la forma biforcuta della coda. Per secoli oggetto di caccia, è a rischio d’estinzione

dugongo è un animale acquatico di grossa mole e di colore grigio-biancastro che può superare i 3 metri di lunghezza, per un peso compreso tra 400 e 500 chili. La femmina risulta spesso leggermente più lunga e pesante del maschio, ma non abbastanza da poter parlare di dimorfismo sessuale. Il dugongo ha una struttura fisica tozza e compatta che gli ha fatto guadagnare il popolare soprannome di “mucca di mare”; in questo sirenio, infatti, una pinna caudale orizzontale divisa in due lobi simile a quella dei cetacei si associa ad un corpo estremamente massiccio provvisto di due ghiandole mammarie toraciche e di due grosse pinne anteriori appiattite, a forma di spatola.

Queste ultime hanno una doppia funzione: esse servono sia da mezzo di propulsione per la locomozione e servono anche all’animale per girare. Anche la testa ha una forma insolita caratterizzata da minuscoli occhi e orecchie e da un grosso paio di spesse “labbra”: mentre i primi sono però fattori propri di molti mammiferi marini (si pensi alla balena o all’orca), il secondo è posseduto solo da questa specie, ed è dovuto alla sua particolare dieta.

La sua pelle è, al pari degli altri sirenii, usata principalmente come accumulatore di materia grassa, risorsa che torna utile durante l’inverno come protezione termica dalle basse temperature. Essa è inoltre estremamente resistente e dotata di buone capacità rigenerative: una profonda ferita inflitta da una rete da pesca d’alto mare può guarire infatti anche in un solo giorno. La pelle è ricoperta da piccoli peli sparsi che potrebbero avere una funzione sensoriale, una caratteristica comune nei sirenii.

Nonostante la sua vita si svolga completamente in mare, come i cetacei il dugongo è costretto a salire a galla periodicamente per prendere aria; dopo l’inspirazione, però, la maggior parte dell’ossigeno non viene fissato nell’emoglobina del sangue come accade nei mammiferi terrestri, ma nella mioglobina dei muscoli: questa caratteristica, presente in molti altri mammiferi marini, gli permette di evitare embolie durante la risalita e di restare sott’acqua per tempi molto lunghi.

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