Sono iniziate le procedure per il voto degli italiani all’Estero e già sono emersi i primi errori. Le prime segnalazioni vengono dalla Spagna. Il voto degli italiani all’estero avviene per corrispondenza.
Come funziona il voto all’Estero
Entro l’11 settembre tutti gli iscritti all’AIRE e i residenti temporanei dovrebbero ricevere una lettera da parte del consolato che contiene tutto il materiale necessario a votare: la scheda elettorale, una busta bianca piccola in cui inserire la scheda, un foglio di istruzioni, il certificato elettorale, una busta grande preaffrancata indirizzata al consolato e la lista dei candidati.
Una volta compilata la scheda bisogna chiuderla nella busta piccola e inserirla nella busta grande all’interno della quale va inserito anche il tagliando elettorale ritagliato dal certificato. Questo sistema serve a lasciare anonime le buste interne, e di conseguenza il voto. La busta grande a quel punto va spedita al consolato: è preaffrancata, quindi non c’è rischio di sbagliare indirizzo. Le schede dovranno arrivare all’ufficio consolare entro le 16 di giovedì 22 settembre, altrimenti il voto non sarà valido.
Gli italiani all’Estero
Sono quasi 5 milioni gli italiani all’estero che esprimeranno il proprio voto. Le operazioni per consentire loro di esercitare il diritto-dovere sono iniziate e impegnano 202 sedi consolari che da due giorni stanno ricevendo i plichi e che si stima dal costo finale compreso fra i 25 e 30 milioni di euro. In un incontro stampa alla Farnesina Luigi Maria Vignali, direttore generale per gli italiani all’estero e le politiche migratorie, ha illustrato le procedure in corso.
Le irregolarità del voto degli italiani all’Estero
Gli italiani hanno già cominciato a votare ed hanno tempo fino al 22 settembre. Ai fini della sicurezza, è stato rafforzato lo strumento del codice a barre che consente la tracciabilità del plico col materiale per votare e permette di non fare duplicazioni; le buste con il voto non possono essere riaperte dopo essere state chiuse. Inoltre, è stato rafforzato il numero dei carabinieri per controlli.
Al momento ci sono tre episodi di irregolarità conosciuti (due in Argentina, uno in Svizzera), tutti già segnalati alla Procura. Nessuna particolare criticità per gli elettori in Russia e in Ucraina, “sapendo – ha affermato ancora Vignali – che in quest’ultimo Paese sono rimasti pochissimi connazionali e comunque non in aree di guerra. I connazionali che risiedono ancora in Russia stanno ricevendo le buste elettorali e stanno votando”