Elezioni Usa 2020, la senatrice californiana Kamala Harris è la prima donna a diventare la numero due, la prima vicepresidente donna degli Stati Uniti.
Kamala Harris: è la prima vicepresidente Usa
Kamala Harris ha 56 anni è nata a Oakland da un papà giamaicano e una mamma indiana, immigrata in America negli anni Sessanta. È anche la prima non bianca, la prima donna afroamericana e la prima asiatica americana ad essere stata candidata alle presidenziali di un grande partito.
Harris è stata la prima donna nera a diventare procuratore distrettuale a San Francisco e procuratore generale della California. L’elettorato dem californiano non ha sempre approvato il suo pugno di ferro come procuratrice. In Senato, durante l’amministrazione Trump, si è fatta notare per gli “interrogatori” all’ex ministro della giustizia Jeff Session, a Brett Kavanaugh, nominato alla Corte Suprema da Trump e al CEO di Facebook Mark Zuckerberg.
Aveva sfidato Joe Biden
Aveva sfidato Joe Biden alle primarie salvo poi ritirarsi e dargli il proprio appoggio. Prima del ticket Biden-Harris che vediamo oggi, bisogna ricordare che la competizione tra i due in passato ha raggiunto vette significative. È rimasto celebre infatti l’aspro confronto fra i due nel corso di uno dei dibattiti: Kamala ha rinfacciato a Biden di essersi compiaciuto della collaborazione con due senatori segregazionisti negli anni ’70.
Non contenta, ha raccontato all’America di conoscere una ragazzina nera che per fortuna era potuta andare in una scuola migliore grazie a un servizio di scuolabus per le minoranze che vivevano nei quartieri più disagiati, servizio al quale – ha ricordato – il senatore Biden si era opposto: «Quella ragazzina ero io».
Aveva attirato l’attenzione di Obama
Prima del 2016 Kamala Harris aveva già attirato l’attenzione di Barack Obama, che l’aveva definita la più bella procuratrice americana. Un commento che l’aveva mandata su tutte le furie tanto da chiedere, e ottenere, le scuse dell’allora presidente.
Colta e trascinatrice di folle, molti la chiamano proprio l’«Obama donna», un soprannome ingombrante che però non l’ha mai spaventata e che non le ha impedito di criticare l’ex presidente sull’immigrazione. «Non ero d’accordo con il mio presidente» e con l’ordine di espellere ogni immigrato senza documenti, a prescindere dai precedenti penali, ha detto durante un dibattito delle primarie.
É considerata il contrappeso socialista al moderato Biden. Importantissima è stata la sua funzione di calamita dell’elettorato afroamericano e il suo contributo sul fronte della raccolta fondi. Suo marito, Doug Emhoff, sarà il primo “Second Gentleman”.
Harris non ha figli suoi ma è la “Momala” – questo è il suo soprannome – di Cole e Ella, le figlie che il marito ha avuto dalla prima moglie. «Ho avuto tanti titoli nella mia carriera ma Momala sarà sempre quello che ha il maggior significato», ha confessato Kamala.
“Rompere il tetto di cristallo”
Sapete perché si dice “rompere il tetto di cristallo”? Si deve a un’intervista del 1984 a Gay Bryant, fondatrice ed ex-direttrice della rivista Working Woman, che dichiarò: “Le donne hanno raggiunto un certo punto, io lo chiamo il soffitto di cristallo. Sono nella parte superiore del management intermedio, si sono fermate e rimangono bloccate. Non c’è abbastanza spazio per tutte quelle donne ai vertici. Alcune si stanno orientando verso il lavoro autonomo. Altre mettono su famiglia”.
“Sono serviti 243 anni per rompere il soffitto di cristallo“, scrive la politica indiana Priyanka Chaturvedi su Twitter dove ha condiviso un video in cui Harris balla con decine di bambine.
Fonte: Il Mattino
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