Il caso di Eluana Englaro ha sconvolto e diviso l’Italia intera. Per chi non ricorda Eluana Englaro è stata vittima di un incidente stradale. I traumi subiti l’hanno portata ad uno stato degenerativo permanente.
Eluana ha vissuto 17 anni in uno stato vegetativo senza sentire nulla; le lesioni riportate al cervello, staccatosi in parte dalla corteccia e la frattura della seconda vertebra hanno impedito un miglioramento della capacità cognitive; in definitiva Eluana aveva smesso di esistere.
Dopo un lungo calvario e lotte legali il padre di Eluana, Beppino Englaro, riuscì ad ottenere per la figlia la morte naturale dovuta all’interruzione della nutrizione artificiale.
Eluana Englaro, il caso che sconvolse l’Italia
Nata a Lecco il 25 novembre del 1970, Eluana Englaro è stata una studentessa italiana che ha vissuto in uno stato vegetativo per gran parte della sua vita.
Poco dopo il suo incidente, il personale medico di Lecco iniziò a nutrire la Englaro con un tubo di alimentazione, ma suo padre combatté per far rimuovere il suo tubo di alimentazione, dicendo che “sarebbe stata una fine dignitosa”.
La madre disse che prima dello schianto sua figlia aveva visitato un amico che era in coma e gli ha detto che non voleva che le succedesse la stessa cosa se fosse successa la stessa cosa anche a lei.
Le autorità rifiutarono la sua richiesta, ma la decisione era stata finalmente ribaltata nel 2009, dopo aver trascorso 17 anni nello stato vegetativo permanente.
Processo e sentenza
Il caso era stato discusso in tribunale e la richiesta del padre era stata respinta sia nel dicembre 1999 dalla Corte D’Appello di Milano che nell’aprile 2005 dalla Corte di Cassazione. Il 16 ottobre 2007 la Corte di Cassazione aveva accolto una richiesta di nuovo processo.
Il 9 luglio 2008 aveva accolto le richieste del padre e tutore legale di Eluana, Beppino Englaro, permettendogli di sospendere autonomamente l’idratazione e l’alimentazione artificiale.
Alcuni amici di Eluana testimoniarono che aveva ripetutamente dichiarato che sarebbe stato meglio morire piuttosto che sopravvivere in condizioni di completa incoscienza.
Circa un anno prima dell’incidente che l’aveva ridotta a uno stato vegetativo permanente, Eluana era rimasta scioccata dalla notizia che una cara amica era rimasta in coma a causa di un incidente mortale avvenuto in moto.
In quel frangente, infatti, ammise di aver pregato che il ragazzo potesse morire in pace senza ulteriori sofferenze.
Più tardi, ne discusse con i suoi genitori e fece loro promettere che, se le dovesse accadere qualcosa del genere, non le avrebbero mai permesso di sopravvivere rimanendo incosciente e senza libero arbitrio, totalmente dipendente dalla cura degli altri.
Le suore che si prendevano cura di Eluana dal 1994 a Lecco erano disposte a continuare il loro solito trattamento caritatevole, e arrivarono al punto di chiedere al padre della donna di lasciare la ragazza a loro e dimenticarla, affermando che il signor Englaro considerava la sua unica figlia “morta”, senza fare riferimento alle volontà della ragazza.
Englaro decise così di trasferirla in un altro ospedale per fermare l’alimentazione artificiale in accordo con la sue volontà precedentemente espresse.
Mentre alcuni si sono opposti alla decisione della Corte d’Appello, alcuni hanno manifestato a favore, tra cui gli esponenti del partito Radicale.
Nel luglio 2008, il Parlamento italiano ha portato il conflitto giurisdizionale dinanzi alla Corte d’Appello, affermando che la decisione stava effettivamente modificando le leggi esistenti. Tale richiesta è stata respinta dalla Corte.
Il 13 novembre 2008 la Corte Suprema di Cassazione ha conferito al padre di Eluana il diritto di impedire che sua figlia fosse alimentata artificialmente. La decisione della corte causò critiche immediate da parte della Chiesa di Roma.
Ultimi giorni e morte
Beppino Englaro, come aveva dichiarato in una delle sue numerose apparizioni pubbliche, attese fino alla conclusione di tutti gli appelli prima di sospendere l’alimentazione di sua figlia.
Il 2 febbraio 2009 è stata trasferita in una casa di riposo privata a Udine – in quel frangente – l’alimentazione è stata interrotta. Il 6 febbraio 2009 il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, emise un decreto che avrebbe causato la continuazione del trattamento terapeutico, e spinse l’Italia in una crisi costituzionale quando il presidente Giorgio Napolitano lo rifiutò di firmare.
Berlusconi ha dichiarato che Eluana è passata a miglior vita alle ore 19:35 del 9 febbraio 2009. L’autopsia nella casa di cura privata ha certificato che il decesso è stato causato dal trattenere l’alimentazione. Ha anche rivelato che il cervello di Eluana era stato irreparabilmente danneggiato e compromesso, mostrando lesioni assonali diffuse . Inoltre, i suoi polmoni mostravano segni di degenerazione.
Opinione e reazione
La Chiesa cattolica ha criticato la decisione che ha portato alla morte biologica di Englaro. Quando è stata emessa la sentenza giudiziaria, il Cardinal Ennio Antonelli – presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia – si è opposto duramente alla sentenza citando l’umanità di Eluana come motivo per trattarla in vita con dignità e che non è un “vegetale”.
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha persino affermato che Eluana “sembra bella e sana” e “potrebbe persino dare alla luce un bambino” nonostante la giovane donna era tetraplegica a causa delle ferite riportate da un incidente d’auto.
Dopo la morte di Eluana Englaro l’opinione pubblica della penisola si è divisa. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha annunciato che il Colosseo sarà acceso tutta la notte il 10 febbraio per commemorare “una vita che avrebbe potuto e dovuto essere salvata”.
Il bioetico Jacob Appel ha detto che “la misericordia ritardata è misericordia negata” ed ha espresso il suo rammarico per il fatto che la famiglia di Englaro abbia dovuto aspettare diciassette anni per poter vedere i suoi desideri prendere vita.
Tuttavia, il bioetico conservatore Wesley J. Smith ha criticato la decisione di ritirare l’idratazione, affermando che i sostenitori di una tale decisione ritraggono una falsa percezione della realtà e che il ritiro dell’idratazione abbia conseguenze “benigne” per la vittima.