Ema Stokholma ha vissuto un’infanzia difficile, segnata da violenze domestiche che l’hanno trasformata da vittima a bulla. La sua storia è un racconto di sofferenza e resilienza, che l’ha portata a cercare di imporsi a scuola per difendersi dalle aggressioni subite a casa.
Ema Stokholma: da vittima a bulla, la sua storia
Ema Stokholma ha condiviso ancora una volta il difficile percorso della sua infanzia e adolescenza, segnato da violenza domestica e comportamenti ribelli. In un’intervista a La Fisica dell’Amore, condotto da Vincenzo Schettini su Rai2, la conduttrice ha raccontato come la scuola abbia giocato un ruolo cruciale nel suo recupero e nella sua crescita personale. Ema, già in passato, aveva parlato delle difficoltà vissute in casa, crescendo con una madre affetta da gravi problemi psicologici che, nonostante la sua fragilità, riusciva a nascondere la propria condizione agli altri.
La conduttrice ha rivelato di aver vissuto quella fase come “un film horror“, da cui ha trovato sollievo solo scappando. In quegli anni, ha cercato di canalizzare la frustrazione attraverso comportamenti aggressivi a scuola, arrivando a tentare di diventare una bulla.
A casa prendevo botte, e a scuola ho provato a restituirle. Volevo fare la bulla, ma mi sono resa conto che non era per me. Un ragazzino che si comporta così ha bisogno di qualcuno che si interessi a lui e gli chieda perché lo fa.
Il ruolo della scuola: un rifugio
Nonostante le difficoltà, Ema ha trovato nella scuola una sorta di rifugio e luogo di guarigione. Proprio l’istruzione le ha dato la possibilità di riflettere su se stessa, comprendere che non era destinata a essere una persona cattiva, e che la violenza non era la sua strada. “Non sono nata cattiva. Ho provato a esserlo per difendermi, ma non ha funzionato. La scuola mi ha salvato la vita”, ha spiegato.
L’intervista completa a Ema Stokholma andrà in onda su Rai2 il 10 settembre in seconda serata.