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Buona Befana! Origini, significato e frasi di auguri per il giorno dell’Epifania

Si avvicina il giorno dell’Epifania, meglio nota come la festa della Befana. Scopriamo significato origine della festa e le frasi di auguri più simpatiche ed originali da inviare su Whatsapp nel giorno del 6 gennaio 2021.

Epifania 2021, significato ed origine della festa

L’Epifania (nome completo: Epifania del Signore) è una festa cristiana celebrata dodici giorni dopo il Natale. Per le Chiese occidentali, che la considerano la più grande Pasqua di Luce, tale giorno cade il 6 gennaio, mentre per le Chiese orientali che seguono il calendario giuliano esso corrisponde al 19 gennaio del calendario civile. Il termine deriva dal greco antico, verbo epifàino (ἐπιφαίνω, che significa “mi rendo manifesto”), dal sostantivo femminile epifàneia (ἐπιφάνειαmanifestazioneapparizionevenutapresenza divina). Sin dai tempi di Giovanni Crisostomo il termine assunse una valenza ulteriore, associata alla natività di Gesù.



Nelle Chiese cattolica, ortodossa e anglicana è una delle massime solennità dell’anno liturgico, come la Pasqua, il Natale e la Pentecoste, e per i cattolici è festa di precetto; nei Paesi in cui non è festività civile, viene spostata alla domenica tra il 2 e l’8 gennaio. È l’ultima delle solennità del tempo di Natale. È chiamata impropriamente “Befana“, termine però profano che non ha niente a che vedere con la religione Cattolica.

Epifania 2021, frasi di auguri da inviare su Whatsapp

Di seguito una selezione di messaggi di auguri per il giorno della Befana. Frasi simpatiche ed originali da inviare su Whatsapp per la festa del 6 gennaio:





Le filastrocche sulla festa della Befana

La Befana vien di notte / con le scarpe tutte rotte / col vestito alla romana / viva, viva la Befana! La Befana vien di notte / con le scarpe tutte rotte / attraversa tutti i tetti / porta bambole e confetti. La Befana vien di notte / con le scarpe tutte rotte / il vestito a trullallà / la Befana eccola qua! La Befana vien di notte / con le scarpe tutte rotte / il vestito tutto blu / la befana viene giù. La Befana vien di notte / con le scarpe tutte rotte / il vestito a gran sottana / viva viva la Befana! 
M’han detto: “La Befana / non è poi tanto lontana, / sulla scopa è già per via / giungerà all’Epifania! / Porterà pei bimbi buoni / chicche, dolci, panettoni / e milioni di altri doni”. / Lietamente la calzetta / preparai con grande fretta: / la Befana qui passò / la mia casa visitò / tutto questo mi portò.

Zitti, zitti presto a letto / la Befana è qui sul tetto, / sta guardando dal camino / se già dorme ogni bambino, / se la calza è ben appesa, / se la luce è ancora accesa! / Quando scende, appena è sola, / svelti, svelti sotto alle lenzuola! / Li chiudete o no quegli occhi! / Se non siete buoni niente dolci né balocchi, / solo cenere e carbone!

È arrivata la Befana / coi balocchi pei bambini; / rimboccata ha la sottana / ed è scesa nei camini. / Ha trovato scarponcini / e calzini trasparenti, / li ha riempiti con dolcini / per far bimbi assai contenti. / Ogni cosa ha poi lasciato / con sveltezza e cuor contento: / nessun bimbo s’è svegliato / proprio allora in quel momento. / Risalita nei camini / è scappata in grande fretta. / La sognavano i bambini, / quella povera vecchietta!

Viene viene la Befana / da una terra assai lontana, / così lontana che non c’è… / la Befana, sai chi è? / La Befana viene viene, / se stai zitto la senti bene: / se stai zitto ti addormenti, / la Befana più non senti. / La Befana, poveretta, / si confonde per la fretta: / invece del treno che avevo ordinato / un po’ di carbone mi ha lasciato. Gianni Rodari

Quant’è cara, quant’è buona, / la Befana di Piazza Navona. / Sono piene di cose belle / le sue mille bancarelle, / gonfi di dolci e di biscotti / i suoi diecimila calzerotti. / Se allunghi la mano puoi toccare
tutti i giocattoli che ti pare, / quelli vecchi del tempo che fu / e quelli nuovi che piaccion di più: / l’orso di pezza bonaccione / e l’aereoplano a reazione, / il treno elettrico e la trombetta, / il pellirossa e la bamboletta. / La Befana, siamo giusti, / sa stare alla moda e cambia i / gusti. / Per fare i conti, difatti, si dice, / ha comperato la calcolatrice. 
Gianni Rodari

Viene viene la Befana, / vien dai monti a notte fonda. / Come è stanca! la circonda / neve, gelo e tramontana. /  Viene viene la Befana. / Ha le mani al petto in croce, / e la neve è il suo mantello / ed il gelo il suo pannello / ed è il vento la sua voce. / Ha le mani al petto in croce. / E s’accosta piano piano / alla villa, al casolare, / a guardare, ad ascoltare / or più presso or più lontano. / Piano piano, piano piano. / Che c’è dentro questa villa? / uno stropiccìo leggiero. / Tutto è cheto, tutto è nero. / Un lumino passa e brilla. / Che c’è dentro questa villa? / Guarda e guarda… tre lettini / con tre bimbi a nanna, buoni. / Guarda e guarda… ai capitoni / c’è tre calze lunghe e fini. /  Oh! tre calze e tre lettini…

Il lumino brilla e scende, / e ne scricchiolan le scale: / il lumino brilla e sale, / e ne palpitan le tende. / Chi mai sale? chi mai scende? / Co’ suoi doni mamma è scesa, / sale con il suo sorriso. / Il lumino le arde in viso / come lampana di chiesa. / Co’ suoi doni mamma è scesa. / La Befana alla finestra / sente e vede, e s’allontana. / Passa con la tramontana, / passa per la via maestra, / trema ogni uscio, ogni finestra. / E che c’è nel casolare? / un sospiro lungo e fioco. / Qualche lucciola di fuoco / brilla ancor nel focolare. / Ma che c’è nel casolare? / Guarda e guarda.. tre strapunti / con tre bimbi a nanna, buoni. / Tra le ceneri e i carboni / c’è tre zoccoli consunti. / Oh! tre scarpe e tre strapunti… / E la mamma veglia e fila / sospirando e singhiozzando, / e rimira a quando a quando / oh! quei tre zoccoli in fila… / Veglia e piange, piange e fila. / La Befana vede e sente; / fugge al monte, ch’è l’aurora. / Quella mamma piange ancora / su quei bimbi senza niente. / La Befana vede e / sente. / La Befana sta sul monte. / Ciò che vede è ciò che vide: / c’è chi piange, c’è chi ride: / essa ha nuvoli alla fronte, / mentre sta sul bianco monte.
Giovanni Pascoli
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