Tragedia in Turchia dove almeno 28 persone sono morte nell’esplosione di una miniera di carbone avvenuta ieri, venerdì 14 ottobre ad Amasra, una città costiera sul Mar Nero. I soccorritori stanno cercando di raggiungere le decine di minatori che ancora risultano sottoterra, alla ricerca di sopravvissuti.
Ci sono anche una trentina di feriti. Secondo il ministro degli Interni turco Suleyman Soylu, 110 minatori si trovavano lì al momento dell’esplosione. Oggi è attesa la visita del presidente Recep Tayyip Erdogan.
Esplode miniera di carbone in Turchia: si contano morti e feriti
L’esplosione ha squarciato intorno alle 18.15 ora locale il sito che si trova nel nord-ovest della Turchia, vicino alla città portuale di Amasra, sul Mar Nero. Le cause non sono ancora chiare, ma il ministro dell’Energia Fatih Donmez ha dichiarato: “Secondo le prime informazioni, l’esplosione sarebbe stata provocata da un grisou”. Si tratta di una miscela di gas costituita da metano o altri idrocarburi che si forma spontaneamente nelle miniere di carbone e a contatto con l’aria si infiamma ed esplode.
I minatori sono rimasti intrappolati a centinaia di metri sottoterra: secondo le prime ricostruzioni, alcuni sarebbero rimasti bloccati in gallerie situate a 350 metri sotto il livello del mare, altri a 300. Il ministro dell’Interno Suleyman Soylu ha precisato, parlando con dei giornalisti, che “in tutto 110 dei nostri fratelli stavano lavorando (sottoterra). Alcuni di loro sono usciti da soli e alcuni di loro sono stati salvati”. Le vittime sono almeno 28, ma il timore è che il conteggio possa aumentare considerato il fatto che ancora decine di persone risultano bloccate sottoterra. I soccorritori stanno cercando segni di vita. Il ministro ha aggiunto che alcuni minatori estratti vivi sono ricoverati in ospedale.