Damiano dei Maneskin dà ragione ad Emma Marrone. Nei giorni scorsi la cantante si era espressa sulla vittoria dei Maneskin all’Eurovision, accusando: “Io criticata per i pantaloncini dorati, Damiano a petto nudo e con i tacchi va bene. Questo è sessismo“: la cantante puntava il dito contro la manifestazione, alla quale partecipò nel 2014, e dove si classificò al 23esimo posto. Secondo l’artista salentina ci sarebbe stata una disparità di trattamento tra lei e i Maneskin, trionfatori dell’edizione di quest’anno.
Eurovision, Damiano dei Maneskin d’accordo con Emma Marrone
In un’intervista a Vanity Fair i Maneskin hanno affrontato vari argomenti, dai numeri, appunto, ai loro rapporti privati, ma Damiano ha anche affrontato le parole dette da Emma Marrone. Damiano ha spiegato la sua posizione: “Il giudizio facile contro il femminile è più feroce, costante, svilente (se io faccio tanto sesso sono un figo e Vic una puttana, dove io mi mostro forte sono un leader e Vic una dispotica e rompipalle, che ha successo perché è bona).
Da maschio sono privilegiato, le molestie che subisco non sono paragonabili a quelle che vive una donna, i commenti sulla mia estetica sono incentrati solo sulla mia estetica e non vanno a insinuare nulla sulla mia professionalità e la mia competenza, mentre le donne sono vittime di questo tipo di pensiero in maniera sistemica. Ma mi è successo di ritrovarmi dal niente con una che tirandomi a sé per un selfie mi ha iniziato a leccare la faccia… ma che vuoi, me l’hai chiesto? Il consenso esiste, ed è doveroso”.
Cosa aveva detto Emma Marrone sulla vittoria dei Maneskin
“Non sto a contare i pregiudizi subiti, ho imparato a fregarmene. A volte ero troppo avanti e non sono stata capita. Invece che essere sostenuta perché avevo portato un pezzo rock come “La mia città”, un atteggiamento non da classica cantante pop italiana che punta sulla voce o sulla femminilità, venni massacrata per i pantaloncini”.
La Marrone ha parlato di differenza di “evidente sessismo” spiegando come, a suo tempo, non sia stata considerata neanche dalla giuria, che, a suo parere, l’ha fatta arrivare agli ultimi posti perché lei ha scelto di “non fare interviste con Paesi omofobi e razzisti”. Che dunque non la votarono.