Fabio Balsamo e Ciro Priello raccontano la loro visione per un Festival di Sanremo diverso sotto la loro direzione artistica. Più spazio all’intrattenimento e una categoria unica per Big e Nuove Proposte. Le loro idee per la kermesse musicale italiana le hanno raccontate sul canale PopCornClub.
Fabio Balsamo e Ciro Priello: la loro idea per un Sanremo diverso
Il gruppo The Jackal ha ormai lasciato un segno nel Festival di Sanremo. Grazie ai loro contenuti sui social e alle partecipazioni speciali – come quella di Gianluca Fru, salito sul palco con i Kolors nella finale – hanno trasformato la kermesse in un evento ancora più virale. Ospiti del canale PopCornClub, Balsamo e Priello hanno condiviso le loro idee su come cambierebbero la rassegna musicale se fossero direttori artistici.
Ciro Priello ha una proposta chiara: eliminare la categoria “Nuove Proposte” per far competere tutti sullo stesso livello.
“Non mi piace l’idea di un Festival delle Nuove Proposte. La canzone deve essere universale e valutata per la performance, indipendentemente da chi la interpreta. Se fossi direttore artistico, cambierei questa regola.”
Un’idea che andrebbe a rivedere la struttura del Festival, eliminando le distinzioni tra artisti emergenti e già affermati.
Fabio Balsamo, invece, punterebbe a una distinzione tra la parte musicale e quella di spettacolo, spesso trascurata:
“Servirebbe una direzione artistica dedicata all’intrattenimento, separata da quella musicale. Un monologo o un intervento andrebbero curati con una regia teatrale, altrimenti si rischia di vedere cose fuori contesto, come ‘Il ballo del qua qua’ con John Travolta.”
Il ruolo delle critiche
Entrambi concordano sull’importanza delle critiche, purché siano costruttive. Priello le definisce il “sale del Festival”, fondamentali per migliorare, mentre Balsamo distingue tra critiche legittime e attacchi personali: “Se servono a migliorare l’arte, sono giustificate. Se invece mirano solo a colpire qualcuno per ego personale, diventano disumane.”
Le loro idee riuscirebbero a rivoluzionare il Festival? Per ora, resta un’ipotesi, ma il dibattito è aperto.