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Falsi diplomi in Irpinia, manipolati registri di presenza presso un istituto paritario di Baiano: 37 indagati

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Foto di repertorio

Falsi diplomi in Irpinia: i registri di presenza manipolati per consentire a tutti gli iscritti di partecipare all’esame di Stato e ottenere il diploma presso l’Istituto paritario Aldo Moro di Baiano, 37 sono le persone iscritte nel registro degli indagati dalla Guardia di Finanza. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Falsi diplomi a Baiano: 37 indagati

Falsificavano i registri di presenza per consentire a tutti gli iscritti di partecipare all’esame di Stato e ottenere così il diploma presso l’istituto paritario “Aldo Moro” di Baiano. Le indagini sull’istituto sono state condotte dai militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Baiano, sotto il comando del Tenente Senatore, che hanno identificato trentasette persone ritenute indiziate, al momento delle indagini, per vari illeciti legati alla gestione e conservazione dei documenti scolastici obbligatori.

In particolare, le condotte illecite messe in atto dai docenti e dalla coordinatrice delle attività didattiche ed educative riguarderebbero la manipolazione dei registri del consiglio di classe, nei quali sono registrati i dati degli studenti necessari per l’ammissione all’esame di Stato. L’obiettivo sarebbe quello di assicurare il conseguimento del titolo di studio, violando i requisiti minimi di frequenza scolastica stabiliti dalla normativa vigente. Inoltre, è stata segnalata all’autorità giudiziaria la figura del rappresentante della società che gestiva l’istituto scolastico per la mancata osservanza degli obblighi relativi alla conservazione dei documenti obbligatori. Dalle indagini avviate nel 2022 e proseguite fino al 2024, condotte dai militari della Tenenza di Baiano, è emerso che la maggior parte degli iscritti era già inserita nel mondo del lavoro e, pertanto, non poteva garantire la presenza quotidiana presso l’istituto di Baiano.

Il primo elemento che ha destato sospetti negli agenti della Guardia di Finanza è stato il confronto tra i dati registrati e le presenze effettive al lavoro, inclusi i turni di riposo e le ferie degli studenti lavoratori. Questo confronto ha rivelato che il numero di assenze registrate a scuola era superiore a quello delle presenze falsamente indicate nei registri. Inoltre, gli agenti hanno contattato ciascun iscritto. Durante le audizioni, gli studenti hanno confermato di aver frequentato l’istituto solo per pochi giorni, ammettendo che le assenze accumulate superavano le presenze. Gli agenti della Guardia di Finanza hanno così condotto un’indagine approfondita sull’istituto scolastico paritario, dove sono emerse diverse irregolarità.

Le indagini

Dai controlli effettuati sui registri sono emerse le prime irregolarità e anomalie. Ulteriori verifiche hanno confermato i sospetti: i giorni di assenza superavano quelli di presenza, come attestato e riportato erroneamente nei registri. Questo ha portato alla certezza che i registri fossero stati manomessi. Attualmente, ci sono trentasette indagati, tra cui docenti, la coordinatrice delle attività didattiche e membri del consiglio d’istituto. Le indagini sono ancora in corso per verificare eventuali responsabilità anche da parte degli studenti, che, dopo aver pagato una retta annuale, cercavano di ottenere il diploma. È emerso che almeno il quaranta per cento degli iscritti proviene da fuori regione, il che, secondo gli inquirenti, ha reso ancora più difficile garantire la presenza quotidiana a scuola. Tutti i trentasette indagati, invece, sono residenti in Campania.

Nel frattempo, le indagini continuano per chiarire la situazione di alcuni studenti. L’obiettivo è determinare se fossero a conoscenza delle irregolarità verificatesi nell’istituto scolastico scelto per conseguire il diploma, situato a diverse chilometri dalla loro residenza. Non si esclude, quindi, che potessero essere consapevoli del sistema instaurato nell’istituto finito sotto l’attenzione della Guardia di Finanza del comando provinciale di Avellino, guidato dal colonnello Leonardo Erre.

Gli episodi analoghi

L’inchiesta avviata sulle irregolarità nei registri scolastici a Baiano si aggiunge ad altre due indagini già in corso in Irpinia riguardanti diplomi falsificati. Tra il 2019 e il 2022, la Procura di Avellino ha avviato due inchieste sui diplomifici, che hanno portato a circa sessanta indagati, accusati di vari reati, tra cui falsità materiale e ideologica commessa da pubblico ufficiale, corruzione per atti contrari ai propri doveri, continuata e aggravata, oltre a usura. La prima inchiesta è scaturita dalle denunce di Luca Abete su Striscia La Notizia, poiché dalle indagini è emerso che una persona, legata a un noto sindacato, riceveva o prometteva interessi o altri vantaggi usurai.

Nel secondo filone d’inchiesta sui diplomi falsi, la procura di Avellino ha disposto misure cautelari nei confronti del legale rappresentante di una scuola privata. A differenza di lui, gli altri indagati, compresi gli acquirenti dei titoli falsi, non sono stati sottoposti a misure cautelari. L’inchiesta ha rivelato un sistema consolidato per ottenere diplomi e attestati senza la necessità di frequentare i corsi, ma pagando una somma che variava tra i 2000 e i 3000 euro. Questo meccanismo permetteva di ottenere un punteggio più elevato nel concorso indetto dal Ministero della Pubblica Istruzione per il personale Ata, consentendo così di avanzare nelle graduatorie.

Le modalità

Le modalità riscontrate nei diversi episodi oggetto di indagine da parte degli inquirenti erano simili: in diverse fasi, gli acquirenti dei titoli falsi consegnavano somme di denaro a pubblici ufficiali, esaminatori, intermediari e rappresentanti legali dei vari centri studi coinvolti nell’inchiesta, in cambio di certificazioni false, dell’inserimento nei registri di presenza ai corsi di formazione senza mai parteciparvi e senza alcuna verifica delle competenze professionali. Nel 2023, il procuratore del Vallo della Lucania avviò un’inchiesta sui diplomi falsi, che coinvolse 32 persone della provincia di Avellino in un’ampia indagine che conta ben 373 imputati.

Gli investigatori accusano 373 persone di reati quali corruzione in concorso, falso ideologico, truffa aggravata ai danni dello Stato e tentata truffa. Si tratta di un’ampia inchiesta condotta dai carabinieri, che ha rivelato un numero considerevole di titoli falsi utilizzati per migliorare le posizioni nelle graduatorie per l’insegnamento e ottenere ulteriori incarichi. Gli imputati avrebbero beneficiato di presunti diplomi falsificati rilasciati da una fondazione, risalenti ai periodi del 1997 e del 2014. Le indagini dei carabinieri di Vallo della Lucania sono state avviate a seguito di una segnalazione dell’Ufficio Scolastico regionale, che aveva notato un elemento significativo: nel 2018, molti docenti avevano presentato titoli di studio molto datati, mai utilizzati in precedenti procedure concorsuali. Questo ha spinto gli inquirenti a indagare, portando alla scoperta di oltre 400 diplomi ritenuti falsi dalla pubblica accusa e successivamente sequestrati.

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