Cronaca

La famiglia Savoia chiede i gioielli della Corona: valgono 300 milioni

La famiglia Savoia chiede i gioielli della Corona: valgono 300 milioni e citano i diari di Luigi Einaudi al fine di perorare la loro causa

La famiglia Savoia rivuole indietro i gioielli della Corona. Si tratta di un cofanetto in pelle, protetto da 11 sigilli con diamanti, perle, collane, preziosi di ogni genere del valore di circa 300 milioni di euro. Il prezioso cofanetto attualmente si trova presso la Banca d’Italia.

La famiglia Savoia chiede i gioielli della Corona: ecco quanto valgono

Secondo la famiglia reale, Umberto II lasciò il cofanetto alla famiglia Savoia nel 1946. Ecco perché gli spetterebbe “per usucapione” come riportato da Il Fatto Quotidiano che racconta delle memorie depositate presso il Tribunale Civile di Roma, in vista dell’udienza prevista il 10 maggio 2023.

In sintesi, i Savoia chiedono ai giudici di portare il caso alla Consulta. La famiglia ritiene la XIII Disposizione della Carta in contrasto con i suoi stessi principi fondamentali e con i diritti sanciti dall’Ue. Oltre ad un diamante rosa montato su una grande spilla, in ballo ci sono anche collier di perle indossati dalla regina Margherita e, soprattutto, la tiara della regina Elena.

La tiara della regina Elena

La tiara è un “diadema a 11 volute di brillanti, attraversato da un filo di perle orientali, che sotto ha perle incastonate e sopra gocce di brillanti: 11 perle a goccia di grani 720, 64 perle tonde del peso di grani 975, 1040 brillanti del peso di grani 1167”.

La figura di Luigi Einaudi

Savoia citano anche i diari di Luigi Einaudi al fine di perorare la loro causa. In particolar modo, si fa riferimento a quattro pagine dalla 656 alla 659 dei diari dell’allora “governatore della Banca d’Italia dell’epoca, che di lì a poco sarebbe diventato il primo presidente della Repubblica italiana.

“Il Re mi riceve come al solito –si legge – e forse un po’ più serio, e mi comunica che in conseguenza degli avvenimenti egli desidera che le gioie così dette della corona non vadano immediatamente in mano ad un commissario (…) Egli desidera che esse siano depositate presso la Banca d’Italia per essere consegnate poi a chi di diritto”. Ora bisognerà vedere cosa deciderà il Tribunale Civile di Roma, in vista dell’udienza prevista il 10 maggio 2023.

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