Economia

Farmacie online: gli operatori del settore chiedono normative uniformi a livello UE

pagani furto farmacia borrelli 3 gennaio

Affinché si possa parlare di uno sviluppo ottimale delle potenzialità dell’e-commerce di farmacia, è necessario, secondo gli operatori del settore, mirare a un’uniformità normativa a livello UE, con un particolare focus sulla sicurezza dei prodotti.

 

Quanto appena ricordato è il nocciolo della tematica al centro dell’attenzione le scorse settimane a Roma, dove è andato in scena il convegno “Farmaci online e Farmacia dei Servizi”, evento che ha visto intervenire diversi nomi importanti del settore nel nostro Paese, tra cui Emilio Croce, Presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Roma.

 

L’evento in questione si è svolto in un momento particolare per gli e-shop di farmacie e parafarmacie in Italia. Quest’anno, infatti, è un decennio da quando le farmacie e le parafarmacie hanno potuto iniziare a vendere i farmaci OTC e SOP online.

 

Con l’esplosione definitiva arrivata in occasione della pandemia, il settore ha continuato a mantenere ottimi numeri, soprattutto per quanto riguarda le grandi catene che, come Dr.Max, la farmacia online italiana più conosciuta, hanno anche diversi store sul territorio, sinonimo di autorevolezza del brand e di tranquillità per quegli utenti che, ancora oggi, considerano prioritaria, prima dell’acquisto, l’interazione con il farmacista.

 

Nel corso del sopra citato evento, si è ovviamente parlato di vendita online di farmaci. Croce ha sottolineato come, ad oggi, in Italia sia vietata la commercializzazione in rete di quelli che richiedono la presentazione della ricetta medica. Quella di farmaci da banco è invece permessa, ma si ha a che fare con l’oggettivo contro dell’assenza di una normativa uniforme su scala europea.

 

Ha altresì fatto presente che, qualora in Italia, un giorno, dovesse essere consentita la commercializzazione online di farmaci che richiedono la presentazione della ricetta del medico, si verificherebbe un oggettivo sconvolgimento del sistema, rendendo, di fatto, privo di senso qualsiasi sforzo per il consolidamento della cosiddetta Farmacia dei Servizi.

 

Con questa espressione, si inquadra l’ampliamento, in atto ormai da più di dieci anni, dei servizi a disposizione presso le farmacie, il tutto con lo scopo di perseguire obiettivi come la riduzione della pressione sulle strutture ospedaliere.

 

Il punto di vista di Ornella Barra

Durante i lavori dell’evento, che si è svolto presso la sede del Nobile Collegio Chimico Farmaceutico in Via Miranda – l’istituzione è stata fondata nel 1429 da Papa Martino V – è intervenuta anche una grandissima personalità del mondo del pharma: Ornella Barra.

 

La CFO International di Walgreens Boots Alliance, ha sottolineato come, ad oggi, non è stato ancora possibile parlare di vero e proprio decollo per l’e-commerce di farmacia in quanto rimangono centrali, tra le esigenze dell’utenza, il contatto umano e la possibilità di chiedere consigli a un professionista come il farmacista.

 

Le criticità della Farmacia dei Servizi

Il convegno, come già specificato, ha visto un focus anche sulla Farmacia dei Servizi. Emilio Croce ha portato l’accento sul fatto che, nonostante siano passati ormai 15 anni da quanto è stata istituita, le difficoltà che i player del settore incontrano sono ancora numerose e rilevanti.

 

Ha posto per esempio l’accento sul fatto che, se già è necessario mettere in campo ingenti energie e fatiche per provvedere al trasferimento dei medicinali dal canale di acquisti ospedaliero alle farmacie, diventerebbe, a suo avviso, molto difficile cambiare l’ossatura dell’assistenza farmaceutica e arrivare a valorizzare le farmacie di prossimità, trasformandole in centri polifunzionali di servizi sanitari.

 

Quante sono le farmacie online in Italia?

La richiesta di una normativa uniforme a livello europeo arriva in un momento in cui le farmacie e le parafarmacie con e-commerce proprietario in Italia sono 1452 (dati aggiornati al primo trimestre del 2024).

 

Dopo una piccola battuta di arresto, all’inizio di quest’anno i numeri degli esercizi autorizzati sono tornati a crescere e lo stesso si può dire per i ricavi.

 

Non per tutti, però, ci sono motivi per esultare. Come evidenziato più volte negli ultimi anni dagli esperti del settore, i numeri più alti vengono fatti dalle grandi catene, che hanno dalla loro strutture sufficientemente solide da riuscire non solo ad affiancare agli e-shop degli store fisici, ma anche a stringere accordi con i grossisti.

 

Per le piccole farmacie il destino è spesso segnato e parla di grandi sforzi iniziali, di lavoro in perdita e di tentativi di vendita di portali che, con il tempo, perdono il loro valore economico.

 

Come si può prevenire questa fastidiosa conseguenza? Innanzitutto affacciandosi al mercato con alle spalle un’adeguata strategia e una conoscenza di aspetti tecnici come la differenza tra costi e ricavi di un’attività online.

 

Prioritario oltre a questo aspetto rimane il focus sulla sicurezza che implica, a detta dei principali player di settore, l’educazione dell’utente finale.

 

Nonostante il divieto di commercializzare online i farmaci con obbligo di ricetta medica, i NAS sequestrano ogni anno numerosi portali. Questi ultimi possono essere distinti da quelli legali a causa dell’assenza, nel footer delle pagine del sito, del bollino con il logo a forma di croce che rimanda al sito del Ministero della Salute.

 

 

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