Cronaca

Fase 2, il virologo Crisanti: “Riapertura a rischio, non siamo organizzati. Virus non si è indebolito”

La fase 2 preoccupa il professore Andrea Crisanti, virologo dell’Università di Padova. L’esperto ha suggerito al governatore del Veneto, Luca Zaia, la linea da seguire nei giorni più difficili ed ora tiene alta l’attenzione sui possibili rischi della fase 2. Intervistato da Il Mattino, Crisanti ha sottolineato: “L’epidemia è ancora in corso, sarebbe stato giusto aspettare di valutare meglio gli effetti delle prime riaperture del 4 maggio. Si è deciso di seguire le spinte economiche, non quelle medico-scientifiche. I politici hanno deciso che era un rischio accettabile, bene, lo rispettiamo. Però manca un sistema di controllo e tracciamento”.

Fase 2, l’allerta del professor Crisanti

“Virus indebolito? Enorme sciocchezza: è un concetto che scientificamente non esiste. Si è ridotta la carica virale, anche perché stiamo usando maggiori precauzioni. A partire dalle mascherine, quelle che inizialmente ci dicevano di non usare. Si ricorda? Siamo noi quelli che abbiamo rimandato milioni di mascherine in Cina, in piena emergenza.

«Ma non scherziamo, un virus non si definisce in base alla forza, ma solo per virulenza e r0. Poi, certo il fatto che vi siano meno casi gravi è legato probabilmente alla carica infettiva. Se io parlo con lei un’ora le trasmetto una quantità di virus enorme. Se ho la mascherina, la quantità è molto minore e il suo sistema immunitario riesce a rispondere meglio”

Le riaperture

“Ma per non essere pessimisti bisogna organizzarsi. E non mi pare che stia avvenendo. Gli esempi migliori sono Nuova Zelanda e Australia, hanno fatto un lavorone. Non credo comunque che ci libereremo di questo virus. C’è un problema: questa epidemia non è in sincrono nel mondo. Ora si parla di ripresa dei voli il 3 giugno. Quali sono i protocolli di sicurezza? Se viene uno dal Brasile o dal Messico che facciamo, lo mettiamo in quarantena, gli facciamo il tampone? Verifichiamo che sia raggiungibile per tutto il tempo? Quelli sì dovrebbero avere la app”.


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