Nella fase 2 meno tamponi da parte delle Regioni per paura di nuove chiusure. È il pensiero del dottor Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe che in una intervista a Fanpage ha fatto il punto della situazione sui tamponi.
Fase 2, meno tamponi da parte delle Regioni, parla Cartabellotta
“Per il monitoraggio dell’epidemia, a fronte dei dati ospedalieri che sono affidabili e tempestivi, il numero di nuovi casi è direttamente influenzato dal numero dei tamponi eseguiti dalle Regioni, che su questo in parte si mostrano restie, verosimilmente per il timore non dichiarato di veder aumentare troppo le nuove diagnosi che le costringerebbero ad applicare misure restrittive.
Peraltro preme anche sottolineare che le indicazioni all’uso dei tamponi rimangono quelle ministeriali del 20 marzo e del 3 aprile che raccomandano di eseguirli prioritariamente ai casi sintomatici/paucisintomatici, ai contatti a rischio sintomatici e agli operatori sanitari e agli ospiti di residenze per anziani: in altre parole la fase 2 è partita senza definire una nuova policy nazionale per l’esecuzione dei tamponi”.