Pierfrancesco Favino, celebre attore italiano, ha rilasciato una lunga intervista per il Corriere Della Sera e ha parlato del suo modo di essere e prettamente della sua carriera, svelando che prima del Festival di Sanremo ha avuto grandi difficoltà.
Favino e le difficoltà lavorative prima di Sanremo
Pierfrancesco Favino ha iniziato a parlare del suo modo di fare: ”Sono un romantico, come Alexander, il protagonista di Promises di Amanda Sthers. Solo che non ne ho l’aspetto. Mi sono ritrovato in lui, che rincorre un amore impossibile. Sono un idealista, leale verso i miei sogni. Questa storia è un bel racconto, senza giudizi né sguardo materno, del maschile e delle sue fragilità. Come mi successe con Maria Sole Tognazzi per L’uomo che ama, c’è uno sguardo femminile più incuriosito di vedere in un involucro da maschio Alfa, appunto, caratteristiche emotive che sembrerebbero lontane dagli stereotipi della maschilità. Anche se secondo me gli appartengono, eccome. Ma, a dirla tutta, c’era romanticismo anche nel Libanese, persino in Buscetta. Penso di aver fatto più volte personaggi con un’attitudine romantica, magari non per forza indirizzata verso la coppia”.
Per quanto riguarda il Festival di Sanremo ha poi dichiarato: ”Venivo da momento in cui avevo fatto teatro, appunto, e detto molti no, che nel nostro mestiere equivale a un ciao. È stato come un All in a poker. Adesso sappiamo che è andata bene ma la verità che in quel momento non mi voleva più nessuno, sapevo che avrei rischiato tutto e che l’ambiente mi guardava molto male per questa cosa. Mi faceva incazzare che le paure che mi spingevano a dire di no non erano le mie”.
La paura dell’attore del giudizio altrui
Poi ha proseguito spiegando come è riuscito a superare le sue paure più grandi: ”Mi sono detto: ma hai quasi 50 anni, e rischi di non fare una cosa che sai ti appartiene per la paura del giudizio altrui? Ho avuto la buona sorte di essere accompagnato da due matti, Claudio Baglioni e Michelle Hunziker, la buona sorte che nessuno si aspettasse nulla. È stato un successo, dunque un moltiplicatore. Fosse stato un fallimento, sarebbe stato un cratere. Penso che la tv popolare la dovremmo fare tutti, Mastroianni andava a prendersi in giro, Gassman a fare le capriole con Pippo Baudo. Io non faccio lo snob. Le persone hanno voglia di vederti. Diventi uno di famiglia”.