Cronaca

Febbre del Nilo, primo caso individuato in Campania | IN COSA CONSISTE E QUALI SONO I SINTOMI

Individuato il primo caso in Campania di West Nile, conosciuta anche come febbre del Nilo. Il virus è stato trovato su un cavallo deceduto per cause neurologiche. Ma in questi mesi sono tante le Regioni d’Italia dove era già nota. “Dall’inizio di giugno 2022 è stato segnalato in Italia il primo caso a Perugia confermato di infezione da West Nile Virus (Wnv) nell’uomo”. Ma che cos’è questo virus? E quali sono i sintomi?

West Nile, in Campania il primo caso di febbre del Nilo: i sintomi

Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario. La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Si presenta prevalentemente con sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave.

I sintomi

I sintomi più gravi sono molto rari e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.

Diagnosi

La diagnosi viene prevalentemente effettuata attraverso test di laboratorio (Elisa o Immunofluorescenza) effettuati su siero e, dove indicato, su fluido cerebrospinale, per la ricerca di anticorpi del tipo IgM. Questi anticorpi possono persistere per periodi anche molto lunghi nei soggetti malati (fino a un anno). I campioni raccolti entro 8 giorni dall’insorgenza dei sintomi potrebbero risultare negativi, pertanto è consigliabile ripetere a distanza di tempo il test di laboratorio prima di escludere la malattia.

Prevenzione

Non esiste un vaccino per la febbre West Nile. Attualmente sono allo studio dei vaccini, ma per il momento la prevenzione consiste soprattutto nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare.

Pertanto è consigliabile proteggersi dalle punture ed evitare che le zanzare possano riprodursi facilmente:

  • usando repellenti e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto
  • usando delle zanzariere alle finestre
  • svuotando di frequente i vasi di fiori o altri contenitori (per esempio i secchi) con acqua stagnante
  • cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali
  • tenendo le piscinette per i bambini in posizione verticale quando non sono usate.

Terapia e trattamento

Non esiste una terapia specifica per la febbre West Nile. Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o possono protrarsi per qualche settimana. Nei casi più gravi è invece necessario il ricovero in ospedale, dove i trattamenti somministrati comprendono fluidi intravenosi e respirazione assistita.

Il primo caso a Castel Volturno

Individuato nel Casertano il primo caso di “Febbre del Nilo”, ovvero il virus trovato su un cavallo deceduto per cause neurologiche. La nuova malattia può essere trasmessa mediante la puntura di un insetto vettore, la comune zanzara.

La malattia colpisce anche l’uomo, spesso senza alcun sintomo, ma in molti casi, con una sintomatologia che varia da una semplice febbre ad una grave meningite.

Chi è il contagiato

Il contagiato è un cavallo deceduto con sintomatologia neurologica: gli organi e l’encefalo dell’animale sono stati inviati all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno a Portici, al laboratorio di Malattie Esotiche e trasmesse da Insetti Vettori, e sono risultati positivi.

I risultati sono stati successivamente confermati dal Centro di Referenza Nazionale per lo studio e l’accertamento delle malattie esotiche degli animali di Teramo.

“Non avevamo in Campania casi di questa malattia – spiega all’Ansa il Direttore Generale dell’IZS del Mezzogiorno, Antonio Limone – Abbiamo attivato tutti i meccanismi di isolamento e contenimento della malattia. Stanno partendo operazioni di prelievo per accertare eventuali altre positività su equini, pollame e zanzare presenti in zona e sulle persone coinvolte nel focolaio”.

I casi in Italia

Per ora continua a crescere in Italia il numero di casi umani di infezione da questo nuovo virus. Secondo il bollettino del 15 settembre dell’Istituto superiore di sanità, diffuso oggi, da inizio giugno 2022 sono 475 in totale i casi confermati (erano 440 nell’ultimo report), con 25 morti (erano 24 la settimana scorsa): 5 in Piemonte, 4 in Lombardia, 13 in Veneto, 1 in Friuli Venezia Giulia, 2 in Emilia Romagna.

West Nile in Italia: 475 casi

Fra i casi registrati quest’anno nel Paese – dettaglia l’Iss – 234 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (28 in Piemonte, 23 in Lombardia, 112 in Veneto, 4 in Friuli Venezia Giulia, 59 in Emilia Romagna, 3 in Toscana, 1 in Sicilia, 4 in Sardegna); sono 72 i casi identificati in donatori di sangue (9 in Piemonte, 21 in Lombardia, 25 in Veneto, 17 in Emilia Romagna), 159 i casi di febbre (3 in Piemonte, 10 in Lombardia, 131 in Veneto, 10 in Friuli Venezia Giulia, 2 in Emilia Romagna, 2 casi per i quali non nota la regione di esposizione e 1 caso importato dalla Spagna), 9 i casi sintomatici (1 in Lombardia, in 7 Veneto, 1 in Friuli Venezia Giulia) e 1 caso asintomatico in Veneto.

Nello stesso periodo sono stati segnalati in Italia anche 5 casi di Usutu virus: 3 in Friuli Venezia Giulia e 1 in Piemonte, asintomatici in donatori di sangue, e 1 in Emilia Romagna con febbre confermata.

Il primo morto per West Nile

Non si arresta la corsa dei contagi del virus West Nile in provincia di Padova. Il 2 agosto altri quattro ricoveri nell’Azienda ospedaliera universitaria di Padova, per un totale di una ventina. Più quelli negli ospedali dell’Usl 6. Sono soprattutto anziani ma ci sono anche 30 e 40enni.

Ieri, invece, la prima vittima a Mira, nel Veneziano. E proprio uno studio dell’Università di Padova e dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale delle Venezie ha confermato che in Veneto sono 2 i ceppi che circolano

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