Tragedia familiare a Ripaberarda, frazione di Ascoli Piceno, dove un uomo di 48 anni, Massimo Malavolta, ha ucciso la moglie, Emanuela Massicci, di 45 anni, per poi tentare il suicidio. Il dramma si è consumato nella notte all’interno della loro abitazione, situata nello stesso edificio che ospita l’osteria gestita dalla famiglia. I due figli della coppia, di 8 e 10 anni, erano presenti in casa ma non hanno assistito direttamente alla violenza.
Femminicidio Ascoli, Massimo Malavolta uccide Emanuela Massicci
Il corpo senza vita di Emanuela Massicci è stato trovato all’alba, intorno alle 5:30, dopo che Malavolta aveva contattato telefonicamente suo padre, riferendo che la moglie non respirava. È stato il padre dell’uomo ad allertare i soccorsi, chiamando il 112.
All’arrivo dei carabinieri e dei vigili del fuoco, i figli della coppia hanno aperto la porta di casa. Gli operatori hanno trovato la camera da letto chiusa dall’interno e sono stati costretti a forzarne l’ingresso. All’interno, Malavolta era seduto sul letto con un coltello insanguinato in mano, mentre la moglie giaceva immobile accanto a lui. L’uomo, in stato di semi-incoscienza per le ferite autoinferte ai polsi, è stato disarmato e trasportato all’ospedale di Ascoli Piceno, dove si trova ricoverato ma non in pericolo di vita.
Indagini in corso sulle cause della morte
Secondo i primi rilievi, la vittima presentava numerose tumefazioni al volto e sul corpo, segni di un’aggressione violenta, ma non risultano evidenti ferite letali provocate da un’arma da taglio. La causa esatta del decesso sarà chiarita dall’autopsia, disposta dalla Procura, che ha incaricato due medici legali di esaminare con precisione le lesioni riportate dalla donna.
Massimo Malavolta era già stato coinvolto in un caso di violenza: nel 2015 era stato sottoposto agli arresti domiciliari per lesioni aggravate e atti persecutori nei confronti di un’altra donna. Successivamente, nel 2016, era stato condannato a due anni di reclusione, pena poi ridotta in appello a sei mesi e venti giorni con sospensione condizionale. La condanna era diventata definitiva nel 2018.
I figli affidati ai nonni
Dopo la tragedia, i figli della coppia sono stati presi in custodia dai nonni materni. Secondo quanto emerso, i rapporti tra Malavolta e Massicci erano da tempo deteriorati, e i litigi si erano fatti sempre più frequenti. Resta da chiarire cosa abbia scatenato la lite culminata nell’omicidio.