Cronaca

Femminicidio a Castelfiorentino, Klodiana Vefa uccisa in strada: il marito si suicida

Ancora un femminicidio, questa volta a Castelfiorentino, in provincia di Firenze, dove Klodiana Vefa è stata uccisa in strada a colpi di arma da fuoco. Originaria dell’Albania e madre di due figli, Klodiana è stata uccisa a poche decine di metri dalla casa dove abitava, pare al culmine di una lite con il marito, resosi irrintracciabile dopo il delitto. L’uomo si è suicidato.

Femminicidio a Castelfiorentino, Klodiana Vefa uccisa in strada

Dalla serata di giovedì 28 settembre era partita la caccia all’uomo tra le province di Siena e Firenze, dopo che diverse persone hanno sentito il rumore di alcuni colpi di pistola esplosi per strada e hanno chiamato i carabinieri. Le ricerche del marito della donna si estendono in tutta la Val d’Elsa, tra Poggibonsi, in provincia di Siena, ed Empoli, provincia di Firenze.

Stando alle prime ricostruzioni, tra i due coniugi ci sarebbero stati dissidi, forse dovuti a gelosia dell’uomo. Klodiana Vefa lavorava come cameriera in una pizzeria e si era inserita nella comunità di Castelfiorentino, dove vivono molti albanesi.

Trovati due bossoli ma non l’arma

I carabinieri hanno recuperato due bossoli trovati sul terreno, mentre l’arma non è stata trovata: sarebbe stata portata via dall’assassino, fuggito a bordo di un’auto. Telecamere private e pubbliche potrebbero aver inquadrato la direttrice di fuga, così come testimoni sul tragitto potrebbero dare importanti indicazioni.

Il marito di Klodiana si è suicidato

È stato trovato morto il sospetto autore del femminicidio di Castelfiorentino, Alfred Vefa. L’uomo, ex marito di Klodiana Vefa, la 36enne di origini albanesi uccisa in strada a colpi di pistola nella cittadina in provincia di Firenze, è stato trovato senza vita in una zona isolata di San Casciano in Val di Pesa. Secondo i carabinieri, che lo stavano cercando da ore, si è ucciso sparandosi con la stessa arma che verosimilmente è stata utilizzata per uccidere la ex moglie.

Il dolore dell’amica di Klodiana

Non si dà pace la più cara della vittima non si dà pace: “Dopo la morte di Klodiana mi ero praticamente barricata in casa, lui ancora in giro ed armato. Poteva venire a cercarmi e uccidere anche me. Lui mi odiava e mi temeva perché gli tenevo testa“. E il suo cruccio è che, per amore dei figli, la sua amica non abbia mai denunciato il suo futuro assassino, Alfred Vefa, 44 anni, che l’ha trucidata in strada a Castelfiorentino (Firenze) giovedì scorso all’ora di cena.

Più di una volta gli ho detto: se non ti denuncia lei per l’inferno che le stai facendo passare, lo faccio io”, racconta a Qn. “Klodiana non ha mai denunciato per i figli. Aveva paura che se lo avesse fatto lui avrebbe fatto del male ai suoi ragazzi: uno sfregio per colpire lei. E poi era convinta che anche denunciando le minacce, i pedinamenti e i tormenti che le infliggeva, non sarebbe cambiato nulla. Mi diceva: tanto quello che vuole fare lo farà lo stesso”.

Voleva essere felice, ci stava provando con tutte le sue forze. Aveva trovato una persona con cui stava bene. Un uomo che come lei ha vissuto anni di inferno sopportando di tutto perché volevano stare insieme. Lo conosco benissimo e anche lui come me, fino a quando Alfred non è stato ritrovato morto ha avuto paura ad uscire di casa. Ora, però, ci sarà da affrontare tutto il resto: un dolore insopportabile e un rimpianto che mi tormenterà per sempre”.

Andrei dai carabinieri e denuncerei, con o senza il consenso di Klodiana. Né io né il suo compagno ce la siamo sentiti di andare contro la sua volontà. Abbiamo insistito tanto. Abbiamo cercato di convincerla in ogni modo. Ma lei alla fine chiudeva il discorso dicendo: siamo albanesi, non potete capire. L’abbiamo rispettata fino in fondo“, conclude

Paolo Siotto

Giornalista pubblicista dal 2015, collabora per l'Occhio da giugno 2019 dopo diverse esperienze con testate locali tra cui il quotidiano Metropolis. Redattore per Fantacalcio e Calciomercato.it, nel tempo libero ama dedicarsi alla buona musica.

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