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Alessandro Impagnatiello, domani la sentenza per il femminicidio di Giulia Tramontano. Il papà: “Devono dargli l’ergastolo”

Impagnatiello perizia psichiatrica capace intendere volere

Alessandro Impagnatiello

È prevista per domani, lunedì 25 novembre, la sentenza del processo a carico di Alessandro Impagnatiello, accusato del femminicidio di Giulia Tramontano, la 29enne di Senago incinta al settimo mese del loro figlio. Una data dal forte valore simbolico, quella del 25 novembre, coincidente con la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Femminicidio Giulia Tramontano, domani la sentenza per Alessandro Impagnatiello

Due settimane fa, la procuratrice aggiunta di Milano, Letizia Mannella, e la pm Alessia Menegazzo hanno chiesto la condanna all’ergastolo per il 31enne ex barman. Impagnatiello, reo confesso del delitto avvenuto il 27 maggio 2023, è accusato di omicidio volontario pluriaggravato, interruzione non consensuale di gravidanza e occultamento di cadavere. Secondo l’accusa, il delitto è stato commesso con premeditazione e particolare crudeltà, aggravato da una condotta successiva caratterizzata da menzogne e manipolazioni per depistare le indagini. Gli inquirenti hanno sottolineato anche la pericolosità sociale dell’imputato.

La richiesta della famiglia di Giulia

Alla vigilia della sentenza, la famiglia di Giulia ha rinnovato il proprio appello per una condanna esemplare. In un messaggio diffuso sui social, il padre della vittima, Franco Tramontano, ha scritto: “Chiediamo con forza che venga applicata la pena massima prevista dalla legge: l’ergastolo. Non solo per rendere giustizia a lei, alla famiglia e al bambino che portava in grembo, ma anche per lanciare un messaggio chiaro e inequivocabile”.

Nel suo intervento, Franco Tramontano ha voluto ribadire che la richiesta non è mossa da spirito di vendetta, ma da un profondo senso di giustizia: “La vicenda di Giulia ha svelato una volta di più la devastante realtà della violenza di genere, una piaga che ferisce l’intera comunità”.

Il padre di Giulia ha anche chiesto che la memoria della figlia non venga distorta: “Chiediamo rispetto per Giulia, per la sua vita spezzata e per il dolore che ha lasciato. La dignità di una vittima non può mai essere sacrificata per costruire una difesa. Confidiamo che le istituzioni agiscano con fermezza, dimostrando che la legge è dalla parte delle vittime”.

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