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Femminicidio di Martina Scialdone: la Procura di Roma ha chiesto l’ergastolo per l’ex Costantino Bonaiuti

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Martina Scialdone e Costantino Bonaiuti

Femminicidio di Martina Scialdone: la Procura di Roma ha chiesto l’ergastolo per l’ex Costantino Bonaiuti. Per l’imputato è stata contestata l’accusa di omicidio volontario, con le aggravanti della premeditazione e del legame affettivo, oltre al reato di porto abusivo di arma. Il pubblico ministero, Barbara Trotta, ha ricostruito le fasi dell’aggressione, evidenziando che la vittima “desiderava porre fine alla relazione: la volontà della donna di essere libera e di intraprendere un’altra relazione ha fatto perdere il controllo a Bonaiuti”.

Femminicidio di Martina Scialdone: chiesto l’ergastolo per l’ex

La Procura di Roma ha richiesto la condanna all’ergastolo, con un periodo di isolamento diurno di 18 mesi, per Costantino Bonaiuti, l’uomo che il 13 gennaio 2023 ha ucciso con un colpo di pistola la sua ex fidanzata, l’avvocata Martina Scialdone, all’esterno di un ristorante nella zona dell’Appio Latino, a Roma. All’imputato è stato contestato l’omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dal legame affettivo, oltre al reato di porto abusivo di arma. Durante la requisitoria, il pm Barbara Trotta ha ricostruito le fasi dell’aggressione, evidenziando che la vittima “desiderava porre fine alla relazione: ciò che ha fatto perdere il controllo a Bonaiuti è stata la volontà della donna di essere libera e di intraprendere una nuova relazione”.

Il delitto

Il pubblico ministero ha ricostruito gli eventi di quel 13 gennaio dell’anno scorso, quando Bonaiuti uccise la sua ex fidanzata al culmine di una lite, dopo che Martina aveva deciso di porre fine alla loro relazione per iniziare a frequentare un altro ragazzo. Il delitto si consumò davanti al fratello della vittima, giunto sul posto preoccupato per la sorella. Bonaiuti è stato accusato non solo di aver agito contro una persona con cui aveva una relazione affettiva, ma anche di premeditazione, in quanto si era presentato all’appuntamento con un’arma, consapevole della volontà di Martina di interrompere definitivamente la loro relazione. Inoltre, si è scoperto che controllava i suoi spostamenti grazie all’installazione clandestina di un dispositivo GPS collegato al suo cellulare. L’uomo è anche accusato di porto illegale di una pistola semiautomatica Glock, che deteneva per scopi sportivi, in un luogo pubblico.

“Il legame tra Martina e Bonaiuti era estremamente complesso; in lei regnava una profonda confusione. Pur avendo deciso di interrompere la relazione, non riesce a mettere fine in modo definitivo – ha dichiarato il pubblico ministero durante l’udienza davanti ai giudici della Corte d’Assise. Martina ha commesso l’errore che molte donne fanno, ovvero non riuscire a chiudere una relazione e accettare di partecipare all’ultimo incontro, che si è rivelato fatale.”

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