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Prostitute uccise a Roma, il killer era il guardaspalle del boss Senese

È stato fermato il presunto killer delle prostitute uccise a Roma, nel quartiere Prati. Da ciò che si apprende era il guardaspalle del boss Michele Senese. Il 50enne fermato è Giandavide De Pau.

Prostitute uccise a Roma, il killer era il guardaspalle del boss Senese

Nei confronti di Giandavide De Pau è stato emesso dalla Procura di Roma un decreto di fermo in relazione all’omicidio delle tre donne avvenuto nella giornata di giovedì nel quartiere Prati.

De Pau da tempo è in cura psichiatrica e sta seguendo anche un percorso farmacologico. In passato De Pau ha avuto anche due ricoveri in strutture psichiatriche. Nel corso dell’atto istruttorio, è emerso che il killer è stato ripreso dalle telecamere in via Riboty e in via Durazzo, dove è stata uccisa Marta Torres Castano, 65enne colombiana.

L’accusa di triplice omicidio aggravato

Come riporta Cronache della Campania, nei suoi confronti la procura di Roma contesta il triplice omicidio aggravato. Secondo quanto si apprende, Giandavide De Pau, sospettato di aver ucciso tre donne giovedì scorso a Prati, nel cuore di Roma, nel corso dell’interrogatorio, durato circa 7 ore, ha dichiarato di essere arrivato in auto in via Riboty e di essere entrato in un appartamento al piano terra, lasciando lì il cellulare.

L’interrogatorio

L’uomo, durante l’interrogatorio, ha spiegato che era la prima volta che entrava in quell’appartamento, dopo aver preso appuntamento per telefono. De Pau ha inoltre raccontato di aver tentato di tamponare la ferita di una delle ragazze di nazionalità cinese e di aver avuto, successivamente, un’amnesia.

L’uomo, che da questa mattina si trova nella questura di Roma, ha raccontato di aver vagato per due giorni senza né mangiare né dormire, per poi andare a casa della madre e della sorella con i vestiti ancora sporchi di sangue. Dopo aver dormito circa due ore sul divano, intorno alle sei di mattina, sono arrivati i poliziotti che lo hanno bloccato

 “Avevo i vestiti ancora sporchi di sangue. Ero stravolto e mi sono messo a dormire per due ore sul divano e poi, alle 6 di mattina, sono arrivati i poliziotti che mi hanno bloccato”. Poi ha aggiunto: “Ricordo di essere stato nella casa di via Riboty (dove hanno perso la vita le due donne di origine cinese) e di avere tentato di tamponare la ferita di una delle ragazze, ma poi ho un vuoto e non ricordo più nulla. Ho avuto blackout. Non ricordo di essere stato in via Durazzo. Ho vagato per due giorni senza mangiare nè dormire”. 

Le ipotesi

Dell’arma utilizzata ancora non c’è traccia e sul punto l’uomo non avrebbe fornito alcun elemento. Risposte sulla lama utilizzata per i delitti potrebbero, però, arrivare dall’autopsia che verrà disposta entro lunedì. Dall’analisi delle tre salme anche riscontri su eventuali tracce biologiche lasciate dall’indagato.

Per chi indaga De Pau avrebbe aggredito la ragazza cinese durante un rapporto sessuale. A quel punto, allertata dal trambusto, è intervenuta la seconda donna asiatica che era presente nell’appartamento al primo piano di via Riboty, a due passi dal tribunale.

Per l’accusa De Pau l’ha uccisa e poi si è accanito sull’altra giovane massacrandola sul ballatoio che aveva raggiunto per tentare di scappare. Un modus operandi del tutto simile a quanto avvenuto in via Durazzo, con i fendenti inferti al petto durante un rapporto sessuale.

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