Il regista turco Ferzan Ozpetek, in un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, confessa di come nel 1978 si era molto più liberi. Ma non solo ha anche parlato del suo film Nuovo Olimpo con Damiano Gavino in uscita su Netflix dal 1 novembre.
Ferzan Ozpetek confessa: “Nel 1978 per tanti versi si era più liberi”
Il film Nuovo Olimpo di Ferzan Ozpetek verrà presentato alla Festa del Cinema di Roma. Tuttavia da mercoledì 1 novembre sarà anche disponibile sulla piattaforma digitale di Netflix. La trama racconta di due ragazzi di 25 anni che, negli anni ’70, si incontrano e si innamorano. Ma i due si perdono di vista, per poi ritrovarsi 30 anni dopo. Il protagonista, interpretato da Damiano Gavino, è Enea. Nel cast troviamo anche Aurora Giovinazzo, nel ruolo di Alice, migliore amica di Enea, e Andrea De Luigi, nel ruolo di Pietro, interesse amoroso del protagonista.
Nella sua intervista rilasciata a Stefania Ulivi per il Corriere della Sera, il regista ha raccontato: “Credo di aver precorso i tempi. Ho sempre raccontato la vita com’è. Fin dai tempi de Il bagno turco che fece scandalo ma andò benissimo“. Mentre per quanto riguarda alle scene di sesso tra Enea e Pietro ha spiegato:
Anche qui con grande naturalezza, e attenzione per gli attori che avevano chiaro che stavano interpretando dei personaggi. Come anche Enea e Alice. Non è una forzatura, io facevo sesso con la mia amica, andavamo al cinema, poi scappavamo a casa, e io le parlavo del ragazzo che avevo incontrato.
Ma non solo. Nel corso della sua chiacchierata, Ferzan Ozpetek ha ritenuto che nel 1978 “per tanti versi” c’era più libertà: “Era molto più facile conoscere le persone, al bar, al cinema, si organizzavano cene all’ultimo momento, un piatto di pasta al sugo e tu magari portavi una bottiglia di rosé Mateus. Nascevano amicizie. Anche lasciate al caso: non c’erano i telefonini, a volte era impossibile ritrovare qualcuno. Non c’erano i gay bar oppure le chat. Anche i cinema erano luoghi di incontro. Mi piaceva molto perché vedevo il film, poi rimanevo a rivederlo e magari ti poteva capitare di rimorchiare“. Poi ha continuato:
Io all’epoca avevo una fidanzata, appunto, uscivo con lei e le raccontavo del mio incontro con qualche ragazzo. Si mescolavano molto i rapporti, senza preoccuparsi di dare definizioni precise. Allora la vita era così, si sperimentava, si coglieva l’attimo. Non stavi a dire io sono bisessuale. Era una mentalità aperta che poi è cambiata con l’arrivo dell’Hiv, quando si è chiuso tutto.