Polemica, tra i sindacati e non solo a Napoli, dove un matrimonio è stato celebrato all’interno dell’Archivio di Stato. La festa è stata celebrata lo scorso 7 dicembre, con centinaia di invitati e le immagini sono state condivise sui social dalla pagina Facebook “Emergenza Cultura” che tratta della tutela e della gestione del patrimonio culturale.
Festa di matrimonio nell’Archivio di Stato: polemiche a Napoli
“A Napoli, in Archivio di Stato”, spiega Emergenza Cultura, “il patrimonio è valorizzato celebrando matrimoni (e non solo) nelle sale storiche”, e in allegato al post figurano anche immagini della cerimonia. Dura la replica dei sindacati che si sono rivolti anche al deputato Francesco Emilio Borrelli.
La festa di matrimonio con ben 300 invitati con tanto di banchetto, discoteca con luci e fumi artificiali è stata celebrata lo scoro 7 dicembre tra la Sala Catasti e la Sala Filandieri dell’Archivio di Stato. Dura la reazione dei sindacati CGIL FP, CISL FP, CONFSALN e UNSA UILPA.
La nota dei sindacati
“Come era facilmente intuibile gli spazi, in particolare il chiostro del Platano, sono risultati insufficienti all’accoglimento di tutti gli invitati che si sono accalcati nei due bracci del chiostro, mettendo a repentaglio il ciclo pittorico Cinquecentesco ivi presente” si legge nella nota di sindacati.
Il patrimonio pittorico, oltre che dall’accalcamento umano, è stato messo in pericolo dall’utilizzo di fumo artificiale, dal fumo di sigaretta e dai fuochi artificiali come fanno sapere i sindacati: “la wedding planner prevedeva diffusione di fumo artificiale per ‘creare atmosfera’ così come richiesto dallo sposo. Tale diffusione di fumo ha fatto sì che i rilevatori antifumo scattassero continuamente comportando un continuo intervento dei colleghi in conto terzi. Il chiostro del Platano è stato il luogo del taglio della torta: su un prato, interdetto ai più durante le ordinarie attività di lavoro, si è ritenuto opportuno effettuare il taglio della torta nunziale con tanto di fuochi fontane sparlar fredde”.
“Alla luce di quanto accaduto i dipendenti dell’Archivio di Stato che hanno svolto conto terzi (in numero di 10 e quindi chiaramente insufficienti per svolgere al meglio il proprio incarico)”- conclude la nota- “non si ritengono responsabili di eventuali danni al patrimonio in quanto hanno cercato in tutti i modi possibili di invitare ospiti e organizzatori al rispetto delle regole e ritengono, per quanto la propria opinione possa risultare irrilevante, che gli ambienti monumentali dell’Archivio di Stato di Napoli non siano adatti a questo tipo di manifestazioni pubbliche.”
“L’altissimo numero di invitati ha reso il lavoro di salvaguardia e vigilanza del patrimonio, da parte dei dipendenti AsNa, estremamente difficoltoso se si considera che le informazioni sull’evento erano insufficienti e frammentarie. Mancava, inoltre, un eventuale parere del Rspp a fare sì che l’evento potesse essere svolto.”
Il commento di Borrelli
“Siamo alquanto sbigottii per quanto accaduto” – commenta il deputato di alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli informato sull’evento dagli stessi operatori- “Quindi ora esigiamo di sapere dalla direzione non solo se l’evento in questione abbia ottenuto tutti i permessi e i pareri favorevoli affinché potesse svolgersi in questa modalità ma anche se non si ritenga necessario interrompere qualsiasi forma di evento mondano all’interno dell’Archivio che comporti la mancanza di sicurezza per gli affreschi e i beni monumentali presenti. Certe manifestazioni smodate, kitsch e fuori contesto possono rappresentare un pericolo per il patrimonio storico ed artistico del nostro territorio. Tra l’altro sono scattati a ripetizione gli impianti anti fumo a causa dell’eccessivo numero di fumatori e la diffusione con appositi apparecchi di fumo artificiale”.
“Non capiamo come mai la Soprintendenza che è sempre intransigente nei confronti della cittadinanza poi possa autorizzare simili eventi all’interno delle proprie strutture monumentali mettendo chiaramente in pericolo il patrimonio pubblico e storico che dovrebbe tutelare” conclude Borrelli con il conduttore radiofonico Gianni Simioli.