Cronaca

La figlia di Rebecca Cheptegei racconta l’orrore di vedere la madre in fiamme: ha provato a salvarla

Rebecca Cheptegei
Rebecca Cheptegei
Rebecca Cheptegei

La toccante testimonianza della figlia della maratoneta ugandese deceduta a causa delle gravi ustioni subite dopo l’attacco da parte dell’ex partner. Quest’ultimo l’aveva cosparsa di benzina prima di darle fuoco: “Lui mi ha preso a calci mentre cercavo di correre in soccorso di mia madre”.

La figlia di Rebecca Cheptegei, il racconto della tragica vicenda

Il mondo dell’atletica leggera è in lutto per la tragica morte di Rebecca Cheptegei. La maratoneta olimpica ugandese di 33 anni, deceduta oggi a causa delle gravi ustioni riportate dopo essere stata attaccata dal suo ex compagno, che le ha dato fuoco versandole addosso della benzina. Purtroppo, non c’era nulla da fare per salvare Rebecca, che solo poche settimane fa aveva partecipato ai Giochi di Parigi, classificandosi al 44° posto.

La Cheptegei era stata brutalmente aggredita dall’uomo domenica scorsa, dopo essere tornata a casa dalla vicina chiesa assieme alle figlie. L’ex fidanzato Dickson Ndiema l’aveva attesa e poi dopo una lite le aveva appiccato il fuoco usando la benzina. Lui stesso era rimasto ustionato nell’agguato. È stato ricoverato nel medesimo ospedale dove oggi è morta la donna, le cui ustioni, sull’80% del corpo, erano troppo gravi per lasciarle scampo. “Tutti i suoi organi interni hanno ceduto”, ha annunciato il dottor Owen Menach del Moi Teaching and Referral Hospital di Eldoret, in Kenya, dove la maratoneta era stata trasportata e ricoverata in terapia intensiva.

Una delle sue due figlie ha tentato di aiutarla quando ha visto la madre avvolta dalle fiamme, ma l’omicida l’ha colpita con dei calci. La bambina ha anche cercato aiuto da un vicino, ma il tentativo di quest’ultimo di spegnere le fiamme che circondavano l’atleta è stato inizialmente difficile e, successivamente, troppo tardivo.

La testimonianza del padre e della figlia di Rebecca Cheptegei

I media locali hanno pubblicato la drammatica testimonianza di una delle due figlie della Cheptegei, che ha raccontato i suoi tentativi disperati di salvare in qualche modo la madre in balia delle fiamme: “Lui mi ha preso a calci mentre cercavo di correre in soccorso di mia madre. Ho gridato subito aiuto, attirando l’attenzione di un vicino che ha provato a spegnere le fiamme con l’acqua, ma non è stato possibile”.

Il padre di Rebecca ha definito l’aggressore della figlia come un “animale” che l’ha perseguitata per diversi mesi prima di dar fuoco a lei.
Hanno litigato di recente e domenica pomeriggio lui si è intrufolato nel suo complesso, armato di cinque litri di benzina e si è nascosto in un pollaio. Rebecca era fuori casa quando lui è apparso e le ha rovesciato addosso la benzina prima di appiccare il fuoco. Mia figlia ha chiesto aiuto alla sorella, che si trovava in casa, affinché portasse una coperta per spegnere l’incendio, ma lui era armato di machete e l’ha cacciata via, e Rebecca è morta bruciata”, ha dichiarato il padre dell’atleta deceduta.

Joseph Cheptegei ha spiegato che sua figlia e Ndiema stavano discutendo riguardo a un terreno di cui lei era proprietaria a Endebes, nella contea di Trans Nzoia, vicino al confine tra Uganda e Kenya. “Erano solo amici e mi chiedo perché volesse portar via delle cose che appartenevano a mia figlia”. A quanto si è appreso, solo poche ore prima del drammatico epilogo di domenica, entrambi sarebbero comparsi davanti alla Direzione delle indagini criminali (DCI) di Kitale, il capoluogo della contea, per una disputa territoriale.

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