Cronaca

Figlio di Beppe Grillo accusato di stupro, chiuse le nuove indagini: cosa succederà?

Figlio di Beppe Grillo accusato di stupro, chiuse le nuove indagini: cosa succederà? Due le possibilità, adesso: il rinvio a giudizio, e quindi il processo, o l’archiviazione. Adesso i legali delle due parti avranno 20 giorni di tempo per chiedere eventuali interrogatori.
Oggi è stato pubblicato il racconto shock della vittima dello stupro, contenuto nel verbale della denuncia presentata il 26 luglio 2019: a pubblicarne alcuni stalci è il quotidiano La Verità, che riporta le parole di Silvia, la 19enne vittima di violenza da parte di Ciro Grillo e dei suoi 3 amici, nella notte tra il 16 e il 17 luglio in Sardegna, dopo una serata al Billionaire. Tutto sarebbe partito quando la vittima e la sua amica, avrebbero accettato un passaggio dai ragazzi, con cui avevano passato la serata, e sarebbero andati poi tutti a casa di Ciro Grillo, dove si sarebbe consumata la violenza.

Figlio di Beppe Grillo accusato di stupro: chiuse le indagini

Un nuovo avviso di conclusione indagini per la presunta violenza sessuale di gruppo contestata a Ciro Grillo e ai suoi tre amici, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria: la Procura di Tempio Pausania ha riformulato uno dei reati contestati, che riguarda in particolare l’episodio della fotografia che ritraae i ragazzi con i genitali appoggiati sul volto dell’amica della vittima, che dormiva. I magistrati hanno anche depositato gli interrogatori dei quattro indagati, grazie ai quali è statp scagionato, Francesco Corsiglia, che era andato a dormire. È la seconda volta che le indagini vengono chiuse, adesso si dovrà necessariamente scegliere se andare al processo oppure archiviare tutta la vicenda.

Il racconto shock della vittima dello stupro

I verbali della denuncia in cui Silvia, la vittima, racconta di quella notte, sono agghiaccianti: la ragazza, insieme alla sua amica, sarebbe stata condotta a casa di Grillo, per poi subire la violenza. Di quella notte ci sarebbe anche un video, che i protagonisti della storia hanno condiviso tra di loro, come se fosse un trofeo.“Mi toglieva i pantaloncini e le mutande, io mi dimenavo perché non volevo, ma non riuscivo a contrastarlo completamente perché non mi sentivo bene”, si legge nel verbale.

Il verbale della denuncia

Secondo il verbale delle denuncia, la vittima non ricorda la presenza di sostanze stupefacenti, ma le prime pesanti avances Silvia le avrebbe subite quando avrebbe accompagnato uno dei ragazzi a cercare della coperte: “dapprima mi ha baciato in bocca – ha detto – io l’ho fermato dicendo che non volevo. Da qui altre avances e la pretesa di sesso orale, ma lei sarebbe riuscita a divincolarsi e sarebbe tornata dagli altri.

Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia

Vittorio Lauria, uno dei ragazzi coinvolti, avrebbe dato alla ragazza un pantaloncino e una t-shirt per dormire ma, una volta a letto – scrive La Verità – per la ragazza sarebbero iniziati i problemi. Nella ricostruzione di Silvia, il primo a infilarsi sotto le sue lenzuola sarebbe stato di nuovo Francesco Corsiglia. E qui inizia il racconto del presunto stupro “Mi ha spinto sotto la doccia – racconta la ragazza ai Carabinieri – ha aperto l’acqua e mi ha spinto contro la parete. Gli ho detto per due volte di smetterla, che era un animale e uno stronzo, ma lui ha continuato più forte tirandomi i capelli”.

L’indifferenza dell’amica

Dopo il presunto stupro, Silvia avrebbe poi svegliato la sua amica, che stava dormendo sul divano, per raccontarle di essere stata violentata, ma quest’ultima avrebbe fatto “spallucce”. “Mi sono seduta a terra accanto a lei – dichiara la ragazza – l’ho svegliata, inizialmente non riuscivo bene a parlare, mi chiedeva che cosa avevo e le dicevo mi hanno violentata. Lei inizialmente non capiva e glielo ripetevo, poi le chiedevo se potevamo andare a casa e l’amica, a quel punto, si è seduta sul divano e mi ha fatto spallucce: io ho ripetuto di andare via perché stavo male e mi avevano violentata, ma lei non diceva nulla. Io l’ho presa e l’ho fatta alzare dal divano, le ho detto di vestirsi per andare via”.

La vodka

Ma Vittorio Lauria le avrebbe convinte a rimanere – scrive il quotidiano – “Ci chiedeva di aspettare un po’ di tempo perché avendo bevuto alcolici Francesco (unico patentato) non poteva guidare e si doveva riposare”. “Sul tavolo c’è una bottiglia di vodka dall’odore strano. Vittorio Lauria si sarebbe alzato e diretto con il liquore verso Silvia “Mi afferrava con forza la testa, con una mano mi teneva il collo da dietro e con l’altra mi forava a berla tutta, Sentivo che mi girava la testa dopo avere bevuto, non ricordo bene”.

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