Filippo Turetta, anche dopo la fine della loro relazione, ha continuato a mandare numerosi messaggi a Giulia Cecchettin. Messaggi come “Devi stare con me e non con le tue amiche”. Con tali frasi ha manifestato la sua ossessiva volontà di “possesso” nei confronti della ex fidanzata.
Filippo Turetta, i messaggi inviati a Giulia: “Devi stare con me”
Giulia Cecchettin, aveva il desiderio di diventare illustratrice di libri per bambini, cercava di stare vicino a Filippo perché lui le diceva che pensava “solo ad ammazzarsi”, un vero e proprio ricatto psicologico.
Nelle ultime settimane, prima che lei venisse uccisa da Turetta, alcuni atteggiamenti e comportamenti dell’ex fidanzato ed episodi specifici avevano portato la 22enne ad avere sempre più “ansia” e “paura” che le potesse accadere qualcosa.
Un quadro inquietante, se rianalizzato adesso, e che anche il padre Gino aveva tracciato nella denuncia di scomparsa, rubricata come allontanamento volontario quella domenica mattina, basandosi sui racconti della sorella Elena e spiegando che quel ragazzo da “tranquillo ma un po’ introverso” era diventato “insistente e possessivo”.
Giulia spaventata da Filippo
Ora, dai messaggi e dagli audio che i legali della famiglia della studentessa, gli avvocati Stefano Tigani e Nicodemo Gentile, stanno raccogliendo nell’ambito di autonomi accertamenti per aiutare le indagini della Procura di Venezia, risulta che Giulia era sempre più spaventata e che Turetta le avrebbe rinfacciato di passare troppo tempo con la famiglia invece che con lui, e di trascurarlo a favore delle amiche, di cui era “geloso”.
Risposte su questi aspetti potrebbero arrivare anche dalle analisi sui due telefoni che sarebbero stati trovati nell’auto: quello di Filippo ma anche quello di Giulia. Intanto, in ambienti giudiziari viene chiarito che sarà difficile per il 21enne, almeno in questa fase del procedimento, ottenere che venga disposta una perizia psichiatrica per accertare un’eventuale incapacità, anche parziale, di intendere e volere al momento dei fatti.
La difesa ha presentato istanza
Al momento, la difesa non ha presentato istanza, anche perché è improbabile che sia accolta. Sul suo caso agli atti non ci sono diagnosi pregresse di problemi mentali, né evidenze specifiche nelle prime valutazioni psicologiche e psichiatriche dell’equipe del carcere di Verona. La difesa, se mai, dovrà concentrarsi su una propria consulenza affidata ad esperti, per raccogliere materiale utile per arrivare ad una richiesta e ad un ipotetico via libera alla perizia più avanti nell’inchiesta, se non direttamente nel processo.