In un secondo momento, i titolari hanno postato su WeChat – l’app di messaggistica più usata in Cina – le immagini dei cinque operai che “hanno osato richiedere di lavorare otto ore e le ferie“. Un modo per avvertire e mettere in guardia tutti gli altri imprenditori a cui avrebbero potuto rivolgersi i neo disoccupati.

L’episodio, come riportato da Il Fatto Quotidiano, ha suscitato lo sdegno della comunità, tanto che questa mattina il sindacato Si Cobas di Campi ha organizzato uno sciopero di fronte al pronto moda, in via Carcerina, in favore dei ragazzi pakistani. “Dopo anni in cui hanno lavorato 12 ore al giornosenza un giorno di riposoniente ferie, niente malattie pagateniente diritti, il giorno di Pasquetta, festività nazionale, si sono rifiutati di lavorare e il loro padrone li ha licenziati tutti con un messaggio WhatsApp”, hanno raccontato i sindacalisti dei Cobas di Firenze e Prato.

Il sindacato

Per il sindacato è “impossibile dire il nome di questa ditta”. “Negli anni diversi nomi e partite Iva hanno nascosto sempre lo stesso padrone – spiega – La vecchia storia del ‘apri, chiudi e riapri‘ per aggirare fisco e diritti”. “Oggi nello stesso stabilimento ci sono lavoratori formalmente dipendenti di ditte diverse: la Feng Shouqing e la Hu Qingong” ma “i contratti sono carta straccia: c’è chi lavora da tre anni con contratto a tempo determinatopart-time a 20 o 30 ore settimanali“.

Nella realtà le ore settimanali sono 84, pagate 1.000 euro. Che nei mesi di calo lavoro diventano 500 euro (ma a parità di ore), e in quelli di picco 1.300 euro. E i diritti del Contratto collettivo nazionale di lavoro sono sulla carta” sottolinea, concludendo che “non è Bangladesh, è Campi Bisenzio, provincia di Firenze, dove si estende il distretto pratese del tessile e il suo supersfruttamento“.

Il sindaco di Campi Bisenzio

La manifestazione, a cui si sono unite circa 80 persone, ha visto anche la partecipazione del sindaco di Campi Bisenzio, Emiliano Fossi. “Volevo portare la nostra vicinanza reale – ha spiegato rivolgendosi ai cinque operai – e accompagneremo la rivendicazione dei vostri diritti anche in futuro”. “È inaccettabile ed inumano – ha proseguito – che si licenzi con questo metodo, ma anche per i metodi mafiosi utilizzati davanti ai quali le istituzioni non possono voltarsi dall’altra parte”.