Cronaca

Firenze: coppia fatta a pezzi e messa in valigia, arrestata ex fidanzata del figlio

C’è una svolta nelle indagini sul duplice omicidio che negli ultimi giorni ha sconvolto Firenze e l’Italia intera. La ex fidanzata di Taulant Pasho il figlio della coppia di coniugi albanesi, Shpetim e Teuta Pasho, uccisi, fatti a pezzi e smistati in 4 valigie abbandonate in un campo a ridosso della recinzione perimetrale posteriore del carcere fiorentino di Sollicciano, lungo la superstrada Firenze-Pisa-Livorno (Fi-Pi-Li), è stata arrestata con l’accusa di omicidio, occultamento e vilipendio dei cadaveri.

Svolta nel giallo dei corpi fatti a pezzi: arrestata la ex compagna del figlio

Questa mattina all’alba i Carabinieri del comando provinciale di Firenze hanno eseguito il decreto di fermo, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze (titolare delle indagini il pm Ornella Galeotti) nei confronti di una 36enne albanese, pregiudicata, all’epoca dei fatti convivente con il figlio della coppia dei coniugi uccisi.

La 36enne, Kalesha è il suo nome, è stata condotta nella caserma fiorentina dell’Arma di Borgognissanti, dopo di che verrà trasferita in carcere.

Le indagini

Le indagini sono iniziate lo scorso 10 dicembre quando per caso un pensionato ha trovato la prima delle quattro valigie dell’orrore nel campo che stava ripulendo dalle erbacce. In poco tempo i militari dell’Arma diretti dal tenente colonnello Carmine Rosciano sono riusciti a risolvere molti misteri, a partire da quello delle identità dei due cadaveri fatti a pezzi. I carabinieri hanno, inoltre, individuato anche il latitante Taulant Pasho, figlio della coppia irreperibile da quattro anni.

L’uomo è detenuto in una prigione del cantone tedesco di Aargau (Argovia) dal 16 ottobre 2020 per il reato di furto con scasso e violazione di domicilio. L’uomo era evaso dagli arresti domiciliari nel novembre 2016 da un appartamento di Firenze e da allora aveva fatto perdere le sue tracce in Italia, tornando in seguito in Albania.

Il figlio si trova in una prigione in Svizzera

Dopo la sua localizzazione nella prigione elvetica, la Procura di Firenze, diretta dal procuratore capo Giuseppe Creazzo, ha provveduto a far effettuare l’internazionalizzazione di un provvedimento di carcerazione definitivo a carico del 33enne che deve scontare 3 anni e 11 mesi circa di reclusione per reati di droga.

Fu Dorina Pasho, figlia della coppia uccisa e sorella di Taulant, l’8 novembre del 2015 a denunciare come data della scomparsa dei genitori quella del 2 novembre precedente, lo stesso giorno in cui il fratello era uscito dal carcere di Sollicciano.

Diverse perquisizioni a casa di Pasho

L’abitazione in cui alloggiò agli arresti domiciliari Taulant Pasho fu controllata più volte dalle forze dell’ordine, tra il 2016 e il 2017. Nel luogo non fu mai rilevata alcuna traccia di cadaveri in decomposizione. Le verifiche erano state fatte anche perché i condomini avevano segnalato un persistente tanfo, ma gli accertamenti hanno sempre rilevato solo la presenza dell’odore di escrementi per la presenza di alcuni cani non curati.

Le lamentele furono rappresentate al Nucleo Provinciale Guardie Zoofile di Firenze, che, a conclusione di diversi sopralluoghi (dal novembre 2016 al gennaio 2017), informò l’autorità giudiziaria evidenziando una situazione di scarsa igiene e non corretta cura degli animali domestici. Nel corso dei controlli, infatti, era stata rilevata la presenza di escrementi ed urina non raccolti.

Ancora droga in casa

Nel giugno 2016 i carabinieri avevano rinvenuto all’interno del garage di pertinenza dell’abitazione 6 kg di marijuana, dopo aver perquisito l’immobile. Al termine del controllo Taulant Pasho fu arrestato per detenzione ai fini di spaccio. Cinque mesi dopo iniziò la latitanza.

Un delitto efferato, forse per soldi

Tra le ipotesi dell’assassinio resta in piedi anche una pista che riguarda 40mila euro scomparsi, somma che Shpetim Pasho portava con sé. Non è chiaro se questa somma fosse il risarcimento dopo un grave incidente nel quale era rimasto coinvolto in Albania e che gli aveva procurato un’invalidità fisica.

Le indagini da parte del medico legale, dopo le autopsie sui cadaveri, hanno accertato che Shpetim Pasho fu ucciso con un fendente alla gola, procurato da un machete, mentre la moglie Teuta fu massacrata di botte e strangolata.

(Fonte: AdnKronos)

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