“Ti vengo a toccare”, manager perseguita e molesta l’operaia: lei non lo denuncia ma l’azienda a Firenze lo licenzia per ‘giusta causa’. Il caso risale allo scorso anno ma ora è arrivato davanti al Tribunale del Lavoro a cui l’uomo si era rivolto contestando il licenziamento. Il giudice però ha dato ragione all’azienda, ritenendo che la “gravità della condotta, dimostrata dalle chat WhatsApp, è tale da giustificare l’immediata interruzione del rapporto di lavoro”.
Firenze, manager perseguita e molesta l’operaia
“Se non ti tocco, se non ti bacio, non ce la faccio” e ancora “Vuoi sapere quante volte avrei voluto toccarti il culo oggi?” , sono solo alcuni dei messaggi a sfondo sessuale che l’indagato avrebbe rivolto ad una operaia della sua stessa azienda perseguitandola per mesi. L’uomo a quel punto, nonostante nessuna denuncia da parte della vittima, è stato licenziato per ‘giusta causa’.
Il caso risale allo scorso anno ma ora è arrivato davanti al Tribunale del Lavoro a cui l’uomo si era rivolto contestando il licenziamento. Il giudice però ha dato ragione all’azienda, ritenendo che la “gravità della condotta, dimostrata dalle chat WhatsApp, è tale da giustificare l’immediata interruzione del rapporto di lavoro”. Alla base del licenziamento, infatti, vi erano proprio i messaggi WhatsApp che la donna, stanca dei soprusi continui, aveva deciso infine di far vedere a responsabili e titolari dell’azienda. L’uomo la importunava sul lavoro e addirittura pare avesse iniziato a seguirla anche fuori mettendola in allerta e vivendo in uno stato d’ansia perenne.