Indicazioni per la stesura: intro + paragrafi. Parlare, nel primo paragrafo, di come al giorno d’oggi siano molte le realtà che permettono di richiedere la firma digitale, scrivendo che Aruba è senza dubbio una delle più note e permette di acquistare diversi pacchetti. Dopodiché scrivere appunto che una firma digitale alternativa ad Aruba è cheFirma!, che presenta un’attivazione gratuita e un pagamento legato solo all’effettivo utilizzo del prodotto
La firma digitale è ormai una realtà molto diffusa e ha lo stesso valore legale di quella autografa, ai sensi dell’articolo 2702 del nostro Codice Civile. La differenza è che non occorre recarsi in uffici pubblici o fare lunghe file per poterla apporre, affidandosi agli strumenti digitali sempre più evoluti. Ottenerla non è complicato come si possa paventare e si va dall’attivazione tramite il proprio SPID a quella per mezzo di servizi noti come Aruba.
Come ottenere la firma digitale
Aruba eroga servizi di vario tipo e pacchetti che includono la firma digitale, accesso alle Pubbliche Amministrazioni e altri specifici software. È una delle realtà più note e complete, ma esiste anche una firma digitale alternativa ad Aruba altrettanto valida: si tratta di cheFirma! che si distingue per l’attivazione gratuita e per il pagamento da effettuarsi solo a fronte delle singole operazioni.
In ogni caso, occorre quasi sempre registrarsi al portale di riferimento inserendo username e password, allegando laddove richiesto i documenti classici: carta d’identità, indirizzo mail, codice fiscale e numero di cellulare ove ricevere SMS. La richiesta può essere fatta indipendentemente da privati cittadini o aziende e per l’attivazione occorre avere già attivo lo SPID (ovvero l’identità digitale) o, in alternativa, effettuare una videochiamata a conferma. La convalida avviene tramite inserimento di un codice univoco inviato in tempo reale all’utente e la firma di un primo documento.
Cosa fare con una firma digitale
L’autorizzazione che riguarda la firma digitale proviene dall’Agenzia per l’Italia Digitale, meglio conosciuta con il suo acronimo AGID. Secondo le normative, essa deve essere rinnovata dopo tre anni, ma in molti casi è persino possibile apporre una sorta di Marca Temporale Qualificata al fine di renderla valida anche se si è dimenticata tale scadenza. Infine, se occorre stampare fisicamente il modulo firmato in digitale, si può rendere ugualmente valida la firma con un Sigillo o Timbro Elettronico, da integrare alla firma stessa. Grazie a molteplici formati previsti, si può operare persino da smartphone senza necessità di utilizzare chiavette o software dedicati, provvedendo alle più svariate necessità.
Ad esempio, si può firmare in digitale un contratto utile ad attivare lo SPID, la già citata identità che sta diventando imprescindibile per riuscire ad entrare virtualmente in molte realtà della Pubblica Amministrazione e non solo. In altri casi diventa utile quando si desideri firmare un referendum o rendere effettiva la propria partecipazione a proposte di legge.
Per partecipare a bandi e concorsi, sia le Regioni che i Comuni rendono possibile l’apposizione della firma digitale e lo stesso vale per aste telematiche relative a vendite giudiziarie. Si impiega per firmare documenti qualora si intenda registrare il proprio marchio o il proprio brevetto all’UBIM, l’Ufficio Italiano brevetti e Marchi, per l’appunto; si firmano in digitale anche contratti e documenti relativi a Camera di Commercio, PA in generale e Agenzia delle Entrate, magari al fine di corrispondere il valore relativo a un F24 o altri tipi di tassa.
Ma con la firma digitale si possono svolgere anche operazioni più semplici e diffuse, quali ad esempio l’invio di una raccomandata virtuale, detta anche senza busta. Anche in questo caso, il valore legale è il medesimo di una ricevuta di ritorno cartacea, con la differenza che non occorrerà recarsi in posta per spedirla. Infine, s’impiega persino se si deve disdire un servizio di qualsiasi tipologia, da quelli legati all’erogazione di energia elettrica e gas, alle pay tv, ai contratti telefonici, passando per abbonamenti a palestre o a giornali virtuali.