Cronaca

La denuncia di una madre: “A mio figlio autistico negato un gelato su un lido di Formia”

“A mio figlio autistico negato un gelato su un lido di Formia”, la denuncia di una mamma

Ha dell’incredibile quanto denunciato da una donna napoletana, madre di un bambino autistico al quale sarebbe stato negato un gelato in uno stabilimento balneare di FormiaUn episodio che la donna via social definisce “inqualificabile ” e che “ha visto protagonisti me e mio figlio autistico su un lido a Formia “. La donna chiede aiuto “per mio figlio e per quanti altri come me vivono la neurodivergenza”.

Formia, lido nega gelato a bambino autistico: la denuncia della madre

Un gestore del bar ha negato il gelato a mio figlio ed anche a me quando mi sono avvicinata per chiedere spiegazioni sul diniego ,rispondendomi che il bambino si muoveva troppo e che ce ne dovevamo andare”  racconta con un post su Facebook la donna che aggiunge: “Nessuno dei ragazzi ed adulti testimoni di questo inqualificabile diniego ha proferito una parola di contenimento o pace. Ad eccezione di una signora avvocato che venendomi dietro con sua figlia per regalare un giochino a mio figlio.

Ho offerto io il gelato a sua figlia. La signora ha svuotato tutte le malefatte di questo insensibile ” uomo” negando l’acqua ad una bambina di colore figlia di una simpatica nigeriana che fa treccine in spiaggia”. Il bambino a quel punto “ha pianto e compreso tutto” e la donna ha “abbracciato” suo “figlio e spiegato a lui e ai passivi spettatori che purtroppo c’è tanta gente che non accoglie e non prova a sforzarsi per accogliere la diversità”.

La riflessione

“Mi chiedo diverso da chi ? Il mio piccolo non ha un eloquio intellegibile ma un cognitivo funzionante, non è aggressivo ed è stimolato da noi famiglia a fare , ad avviarsi verso l autonomia con me alle sue spalle che lo proteggo e vigilò su di lui sempre, a volte come oggi un solo passo dietro di lui. Aiutatemi a rappresentare questo episodio che ci ha addolorato . Accogliete, includete, non differenziate, non etichettate. Le diagnosi evolvono. Ma le persone senza cuore no”.