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Foto dei figli vietate sui social, in arrivo la legge in Italia

Foto dei figli vietate sui social, dopo la Francia anche l’Italia pensa alla stessa misura. La legge è pensata per creare un diritto alla privacy per i figli minori nei confronti dei genitori e per contrastare la pedopornografia.

Foto dei figli vietate sui social, in arrivo la legge in Italia

La privacy dei figli dovrebbe essere rispettata anche dai loro genitori, anche se questi ultimi sentono il bisogno di condividere i momenti con i figli sui social network. Il fenomeno non riguarda solo i baby influencer o i figli di influencer, ma è diventato così diffuso da spingere il parlamento francese ad adottare una legge che garantisca il diritto alla privacy dei figli nei confronti dei genitori.

La legge in Francia

Questa legge, approvata in prima lettura all’Assemblée Nationale, si preoccupa in particolare dei genitori che, spinti dalle migliori intenzioni, esibiscono senza limiti le immagini dei loro figli sui social network, come ad esempio reel del piccolino che fa il bagno, stories interminabili della primogenita che mangia la pappa, interviste ai gemelli, e cronache di Youtube che registrano le prime parole, i primi passi e le prime pedalate.

I provvedimenti in Italia

Questo allarme ha un’eco anche in Italia, dove la Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Carla Garlatti, ha scritto una nota al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, segnalando, tra le varie urgenze, anche la necessità di intervenire su questo fenomeno.

Contrastare la pedopornografia

Il deputato Bruno Studer, insieme ad Aurore Bergé e Eric Pouillat, ha presentato un progetto di legge all’Assemblea Nazionale francese, trovando un accordo quasi unanime. Nel suo discorso, ha rivelato che “il 50% delle foto che si scambiano sui siti pedopornografici era stato inizialmente postato dai genitori sui loro social”.

Questo dato ha convinto i legislatori francesi della necessità di una legge che tuteli la privacy dei minori sui social network. In media, un bambino appare su 1300 fotografie pubblicate online prima dei tredici anni, spesso pubblicate dai genitori sui loro profili social. Attualmente, le uniche norme che esistono riguardano i casi più gravi e regolano l’attività dei minori di 16 anni, imponendo ai loro rappresentanti legali di fare una dichiarazione quando i loro figli sono i protagonisti del video.

“Questa legge ha detto Studer vuole ricordare ai genitori che sono loro i primi a dover proteggere l’immagine dei figli di fronte ai rischi che una sovraesposizione può comportare”.

Le violenze educative

La nuova legge mira a proibire pratiche come il “cheese challenge”, che consiste nel filmare le reazioni dei figli quando ricevono un pezzo di formaggio in faccia per renderli virali sui social network, e il gioco della voce registrata che minaccia di portare i bambini in prigione se non obbediscono, causando disperazione nei piccoli indisciplinati.

Thomas Rohmer, presidente dell’Osservatorio della genitorialità e dell’Educazione digitale, ha dichiarato: “Si tratta di pratiche assimilabili alle violenze. Non possiamo restare indifferenti, quando poi decidiamo di vietare la sculacciata e altre azioni considerate umilianti”.

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