Cronaca

Frena la domanda di auto elettriche, le case corrono ai ripari

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Foto generica
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La frenata della domanda di auto elettriche è un problema soprattutto europeo. In Europa le vendite non riescono a decollare e, anzi, crollano in agosto. In Cina il bilancio del 2024 potrebbe essere +30%.

Diminuisce la domanda delle auto elettriche nel 2024

Il rallentamento della domanda di auto elettriche rappresenta un problema soprattutto per l’Europa. Nella prima metà del 2024, a livello mondiale sono state vendute quasi sette milioni di veicoli, registrando una crescita del 20%. Tuttavia, è importante notare che in Cina, secondo Rho Motion, le vendite hanno raggiunto i 4,1 milioni (+30%). Nell’area Ue-Efta-Regno Unito, le vendite ammontano a soli 1,5 milioni (+1%). Negli Stati Uniti e in Canada, le vendite si attestano a 0,8 milioni, ma con una crescita del 10%.

Nel resto del mondo, le vendite sono di 0,6 milioni (+26%). Da inizio anno, le vendite di auto elettriche e ibride plug-in in Europa hanno registrato un calo del 4%, e al termine del 2024 ci si aspetta di chiudere il bilancio senza variazioni rispetto al 2023, con circa 3,1 milioni di unità. In Cina, invece, si prevedono 10,5 milioni di vendite, con un incremento del 30%. Questi dati, insieme a previsioni di immatricolazioni di veicoli elettrici a batteria (Bev) che ora si attestano tra il 30% e il 40% del totale, rispetto al 50% precedentemente stimato, avranno un impatto rilevante

Le case automobilistiche corrono ai ripari

“Il vero problema – commenta Gianluca Di Loreto, partner di Bain & Company – non è cosa produrre, ma a quale costo. Non basta avere una piattaforma flessibile se i costi di produzione dei veicoli elettrici restano non competitivi rispetto ai concorrenti globali. Le vendite rischiano comunque di non decollare, a causa dei prezzi, aggravando la situazione”. Tutto questo mentre Bruxelles sta giocando la partita dei dazi per mettere un freno alla temuta invasione cinese. “Le case – aggiunge Di Loreto – devono accettare di pagare sanzioni astronomiche, oppure continuare a produrre e vendere con margini negativi. Da qui la necessità di intraprendere iniziative radicali per tagliare i costi, una strategia apparentemente inevitabile per sopravvivere a questo scenario di transizione obbligata”.

Negli ultimi tempi, non solo in Europa, è stata avviata una significativa rivalutazione degli obiettivi. Il Gruppo Volkswagen, che per la prima volta nella sua storia sta avviando un periodo di licenziamenti, ha comunque confermato un obiettivo del 70% di vendite di veicoli elettrici in Europa entro il 2030, avvisando però che tale traguardo potrebbe essere rivisto in base alle dinamiche di mercato.

Stellantis, pur non modificando gli obiettivi generali del piano Dare Forward 2030, ha interrotto la produzione della Fiat 500e e ha posticipato la realizzazione delle gigafactory per batterie a Termoli e in Germania. Renault, nel 2022, aveva previsto che tutte le vendite del marchio principale sarebbero state interamente elettriche entro il 2030, ma qualche mese fa ha cambiato rotta adottando una strategia duale che prevede sia veicoli elettrici sia automobili a combustione per il prossimo decennio, quindi oltre il 2030.

 

 

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