Almanacco

Il 28 aprile 1945, Benito Mussolini e Claretta Petacci furono fucilati sul lago di Como

La fucilazione di Benito Mussolini si consumò in quel di Giulino, frazione di Mezzegra (in provincia di Como) dove morì insieme all’amante Claretta Petacci; gli altri gerarchi fascisti con i quali era stato catturato furono invece fucilati a Dongo, luogo della sua cattura.

28 aprile 1945: furono fucilati Benito Mussolini e Claretta Petacci

Alle 16:10 di quel 28 aprile 1945, Benito Mussolini e Claretta Petacci furono fucilati davanti al cancello di Villa Belmonte, a Giulino di Mezzegra, sul lago di Como. Secondo le fonti ufficiali (una di queste esposta già nel corso del 1945 sul quotidiano comunista l’Unità) a sparare fu il colonnello partigiano “Valerio”, Walter Audisio.

In piena opposizione al colere degli Alleati, a volere la sua morte fu il Clnai, ai quali gli fu consegnato un comunicato telegrafico del comando partigiano: «Spiacenti non potervi consegnare Mussolini che processato Tribunale popolare è stato fucilato […]».


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Le varie versioni

Sono passati moltissimi anni dalla morte di Benito Mussolini, ma nonostante ciò, il suo prematuro decesso è ancora fonte di dibattito da parte di storici e politologi accreditati.

La cosiddetta “versione ufficiale” afferma che Mussolini e la Petacci furono assassinati alle ore 16:10 e che a premere il grilletto, davanti ai cancelli di Villa Belmonte, fu l’emissario della resistenza “Valerio”, alias Walter Audisio.

“Valerio” fu affiancato, nella sua missione, da altri due personaggi: Aldo Lampredi detto “Guido” e e un partigiano locale, Michele Moretti, “Pietro”, gli stessi che, in separate testimonianze, si contraddicevano tra loro quando raccontarono quei concitati istanti.


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La lapide di Mussolini e Petacci situata dinanzi ai cancelli di Villa Belmonte.

Nel corso del tempo, coloro che si prodigarono a ricostruire la vicenda, avanzarono alcune tesi: quella della “doppia fucilazione”, quella della “pista inglese” e quella dell’“enigma Moretti”.