Si sono svolti oggi, mercoledì 22 giugno, i funerali di Elena Del Pozzo, la bimba di soli 5 anni uccisa a coltellate dalla madre Martina Patti. L’ultimo saluto alla piccola si è tenuto, tra dolore e lacrime, nella Cattedrale di Catania. Una scelta, come ha spiegato il sindaco di Mascalucia Vincenzo Magra, adottata “in considerazione della forte devozione e vicinanza della famiglia alla martire Sant’Agata”.
Magra ha sospeso tutte le manifestazioni pubbliche in programma nell’arco di vigenza del lutto cittadino. Al Comune di Mascalucia, inoltre, le bandiere sono state esposte a mezz’asta. “L’amministrazione comunale si unisce con l’intera comunità mascaluciese all’immenso dolore della famiglia”, dice il primo cittadino.
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Funerali di Elena Del Pozzo, oggi l’ultimo saluto tra lacrime e dolore
Oggi è il giorno del dolore. L’intero Paese è ancora sconvolto per la perdita della piccola Elena. Una vicenda che ha lasciato un segno indelebile nel cuore di tutti. C’è tanto dolore e sconforto. Il feretro della piccola è stato accolto nella Cattedrale di Catania da un forte applauso dalla folla commossa. C’è anche tanta rabbia per una tragedia che si poteva evitare.
Le esequie della piccola, nella Cattedrale di Sant’Agata a Catania dove hanno trovato posto in prima fila, accanto alla bara bianca, i familiari della piccola distrutti dal dolore: il papà Alessandro, i nonni paterni Johnny e Sara e la zia che ha indossato una maglietta bianca con la foto di Elena.
Sulla bara, posta al centro davanti all’altare, una corona di fiori bianca e la foto di Elena. Davanti alla Cattedrale, ad accogliere il feretro, tanti fiori, corone, palloncini bianchi e uno striscione che recita “Elena sei sempre nei nostri cuori”.
Omicidio di Elena Del Pozzo: la ricostruzione della vicenda
La piccola Elena Del Pozzo è stata uccisa da sua madre. La donna, Martina Patti, aveva inscenato il rapimento nel pomeriggio del 13 giugno. La versione dei fatti non ha convinto le forze dell’ordine fin da subito. La donna è crollata nel corso dell’interrogatorio, rilevando il luogo dove aveva sepolto sua figlia.
La gelosia come movente del delitto
La piccola Elena è stata uccisa per motivi di gelosia. Un elemento che ha fatto rabbrividire tutta l’Italia negli ultimi giorni. La bimba, infatti, si era affezionata all’attuale compagna di suo padre Alessandro. Martina Patti, non sopportava questa circostanza e per questo motivo potrebbe averla spinta (o contribuito) a uccidere la sua piccola figlia.
Il pm: “Non è stata uccisa in casa, la madre è tornata per lavarsi e cambiarsi”
La piccola Elena Del Pozzo non è stata uccisa in casa. La madre è tornata a casa per lavarsi e cambiarsi. È quanto emerge dagli accertamenti dei carabinieri del Ris di Messina. Le tracce di sangue rinvenute nell’abitazione di Martina Patti, infatti, sono da riporto. Elemento che lascia ipotizzare che l’omicidio non sia avvenuto tra le mura di casa. Per la Procura di Catania, la 23enne è tornata nell’abitazione per lavarsi e cambiarsi.
Il delitto lo ha però compiuto nelle campagne a poche centinaia di metri dall’abitazione dove poi è stato ritrovato il corpicino della bambina. Come ha fatto a trascinare lì la bimba? L’ha convinta con la scusa di un gioco oppure l’ha trascinata di forza? Domande alle quali gli inquirenti stanno provando a dare ancora una risposta. Tra i tanti dubbi c’è anche l’arma del delitto. I carabinieri hanno sequestrato diversi coltelli trovati all’interno dell’abitazione di Mascalucia.
Le macchie di sangue
I carabinieri nel corso degli accertamenti a casa di Martina Patti hanno trovato tracce di sangue in alcune parti della casa e su un vestito della donna ( che è stato sequestrato). Il ritrovamento coincide con la ricostruzione della donna che tra le dichiarazioni della sua confessione aveva detto di essere tornata a casa a cambiarsi d’abito e lavarsi.
Nella casa è stata trovata anche la parte del budino che Patti aveva preparato per Elena, che la piccola non avrebbe finito di mangiare per andare con la madre – secondo la ricostruzione dell’indagata – a vedere un posto dove la mamma giocava da bambina e dove la piccola non era mai andata e che era curiosa di vedere. Sarebbe quello il luogo dove Elena sarebbe stata assassinata e il corpo messo in buste di plastica e semi seppellito, sempre secondo il racconto della donna rea confessa che però non ricorda la dinamica dell’accaduto.
Nessuna traccia dell’arma del delitto
L’arma del delitto non è stata ancora trovata nonostante le vaste ricerche dei carabinieri della Sezione investigazioni scientifiche (Sis) e del comando provinciale di Catania e del Ris di Messina nelle campagne dove è stato trovato il corpicino privo di vita di Elena.
La piccola Elena vittima di una morte lenta: “La bimba ha provato in qualche modo di opporsi”
Per gli inquirenti la piccola Elena Del Pozzo ha provato a salvarsi quel terribile pomeriggio in cui la madre Martina Patti l’ha uccisa a coltellate e poi l’ha seppellita in un terreno vicino casa a Mascalucia. I dettagli emergono dalle analisi scientifiche dei Ris dei carabinieri sul luogo del delitto.
Stando a quanto ricostruito dal Gip nelle 15 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per la 23enne, Martina Patti “ha inferto più colpi di arma da punta e da taglio alla piccola Elena, che è stata vittima di una morte violenta particolarmente cruenta e probabilmente anche lenta, alla quale è anche verosimile ritenere, in mancanza di emergenze di segno difforme, che abbia in qualche modo e anche solo istintivamente tentato di opporsi e sfuggire”.
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Martina Patti non ricorda nulla dell’omicidio
La madre reo confessa dell’omicidio della piccola Elena ha raccontato di non ricordare nemmeno dove ha gettato l’arma del delitto che non è stata ancora rinvenuta. “Avevo una cosa lunga tipo un coltello, non ricordo dove l’ho preso, non so perché ce l’avevo” ha riferito, e poi ancora “non ricordo di aver sotterrato la bambina, ma sicuramente sono stata io. Quando sono andata al campo avevo con me una busta di plastica di colore nero che ho strappato dal rotolo prima di uscire di casa”.
Martina ha ucciso Elena dicendole che andavano in un posto mai visto
Martina Patti per convincere la piccola Elena Del Pozzo a seguirla nel giorno dell’omicidio, le aveva raccontato che sarebbero andate in un posto che la bambina non aveva mai visto e che le sarebbe piaciuto tanto. Stando a quanto dichiarato dalla madre 23enne, la piccola Elena era così curiosa di vedere quel posto che non aveva nemmeno finito di mangiare il budino che la mamma le aveva preparato al ritorno dall’asilo.
Il racconto non lascia alcun dubbio: per gli inquirenti e i giudici denota una profonda volontà della donna di uccidere sua figlia. Un gesto premeditato che, stando agli investigatori, e la procura di Catania, sarebbe confermato da ogni gesto della donna sia prima del delitto che dopo.
Chi è Alessandro Del Pozzo, il papà di Elena: lo sfogo in una lettera
“Ho sentito parlare di pazzia e di gelosia morbosa, ma non ho sentito parlare di cattiveria e di sadismo. Come si può reputare un raptus quello che ha fatto Martina? Un omicidio premeditato e studiato in ogni particolare! I momenti di pazzia sono susseguiti da momenti di lucidità! Momenti in cui non si è nemmeno pentita di aver ucciso la bambina!”. Sono queste le parole della lettera di Alessandro, il padre di Elena Del Pozzo, la bambina di cinque anni uccisa dalla madre Martina Patti.
Nella lettera, il padre della piccola Elena ha spiegato che quanto fatto dall’ex compagna alla figlia “è stato tutto calcolato”, e dunque non è possibile parlare di presunto “raptus”: “La madre ha messo Elena dentro dei sacchi della spazzatura, l’ha sotterrata, si è ripulita e ha ripulito, ha inventato un sequestro creandosi un alibi e ha colpito la sua macchina per inscenare un aggressione! 24 ore di bugie. Quindi un omicidio in cui ci si crea pure un alibi e si occulta il corpo!”.
Alessandro Del Pozzo: “Sento un vuoto incolmabile”
Il padre, ripercorrendo quanto emerso dalle indagini dagli inquirenti, aggiunge: “Ha preso Elena dall’asilo un’ora prima perché già era preparata mentalmente. Questa è una chiara prova di una mente sana in grado di organizzarsi. Un suicidio sarebbe stato più plausibile. Elena aveva tutta la vita davanti e tanti traguardi da raggiungere”. “Sono distrutto – continua il padre -. Mi sento un vuoto dentro incolmabile, ho sempre promesso a mia figlia che l’avrei tenuta al sicuro come ogni buon padre farebbe, avrei dato la vita al posto suo, l’ho chiesto a Dio, ma non accetta sostituzioni! Non potevo mai e, dico mai, pensare che l’avrei dovuta proteggere proprio da sua madre». Nella lettera aggiunge che la madre di Elena ha ucciso la figlia «non perché non volesse che legasse con la mia compagna, ma perché voleva mettermela contro”.
I precedenti di Alessandro Del Pozzo
Alessandro Del Pozzo, il padre della piccola Elena uccisa dalla mamma a Catania, ha piccoli precedenti penali per droga e rapina.
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