Si terranno domani, lunedì 19 dicembre, i funerali di Sinisa Mihajlovic. Le esequie dell’ex calciatore serbo saranno celebrate alle 11.30, nella basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a Roma. Oggi, domenica 18 dicembre, in Campidoglio è stata aperta la camera ardente fino alle 18. Tantissimi i tifosi e i personaggi del calcio e dello spettacolo giunti in Campidoglio per l’ultimo saluto a Miha, morto venerdì 16 dicembre all’età di 53 anni.
Domani i funerali di Sinisa Mihajlovic
Il feretro di Sinisa Mihajlovic è arrivato alle 9.30 in Campidoglio. Accanto, la moglie Arianna, i figli, la madre di Mihajlovic e gli altri parenti venuti dalla Serbia. L’allenatore del Napoli Luciano Spalletti, grande amico di Mihajlovic, seduto assieme ai familiari e agli amici più intimi. Il presidente della Lazio Claudio Lotito ha portato ancune maglie che Sinisa ha indossato nella sua esperienza in biancoceleste. E poi tanti, tanti tifosi. Non solo delle sue ex squadre. Non è prevista una diretta dei funerali.
Verissimo: l’intervista a Sinisa Mihajlovic
La puntata del 18 gennaio 2020 in cui è stato ospite per un’intervista esclusiva à stata mandata in onda per fornire un ulteriore ricordo al pubblico italiano. L’ex allenatore, solo due anni fa si era mostrato felice di aver quasi sconfitto la malattia:
”Per adesso la sto vincendo, anche se devo fare attenzione. Sta andando tutto bene, non sto più prendendo il cortisone e questo è importante. Sono passati 78 giorni dal trapianto di midollo osseo e i primi 100 giorni sono i più critici. Poi dopo è tutto in discesa, bisogna avere pazienza ancora per una ventina di giorni ma superarli sarebbe già un bel traguardo. Sono molto contento, non ci sono state complicazioni gravi e va benissimo così”.
Le chemioterapie e gli attacchi di panico
Poi, lo stesso ex allenatore e calciatore aveva confessato: “Adesso ho ripreso anche ad allenarmi un pochino per tornare in forze, perché dopo 4 mesi senza fare niente e prendendo 17 pastiglie al giorno mi sono un po’ gonfiato. Ho fatto tredici chemioterapie in cinque giorni, ma già dopo il terzo avevano annientato tutto.
Il primo ciclo è stato il più pesante, mi sono venuti anche degli attacchi di panico che non avevo mai avuto perché ero chiuso in una stanza con l’aria filtrata: non potevo uscire e stavo impazzendo. Volevo spaccare la finestra con una sedia, poi mia moglie e alcuni infermieri mi hanno fermato, mi hanno fatto una puntura e mi sono calmato”.