Ai tre arrestati per l’incidente alla funivia del Mottarone sono contestati fatti di “straordinaria gravità” per la loro “deliberata volontà” di bloccare i freni di emergenza “per ragione di carattere economico e in assoluto spregio delle più basilari regole di sicurezza”.
Lo scrive la Procura di Verbania nel decreto di fermo dei tre, sottolineando il capo servizio della funivia, “ha ammesso di avere deliberatamente e ripetutamente inserito i dispositivi blocca freni (forchettoni), disattivando il sistema frenante di emergenza”, mentre il direttore di esercizio e l’amministratore locale non hanno agito “per consentire i necessari interventi di manutenzione”. Respira da solo ma non è ancora completamente cosciente Eitan, il bimbo unico sopravvissuto della strage.
Funivia del Mottarone, pena severissima per i tre arrestati
Leitner SpA si costituirà parte civile nel procedimento giudiziario per la tragedia di domenica sulla funivia Stresa-Mottarone. Lo annuncia la stessa azienda di Vipiteno. “La manomissione degli impianti di sicurezza che ha portato alla tragica morte di 14 persone – dichiara Anton Seeber, presidente di Leitner SpA – è un atto gravissimo. L’utilizzo dei cosiddetti forchettoni è espressamente vietato con persone a bordo. Per tutelare l’immagine dell’azienda, dei suoi collaboratori e di tutto il settore abbiamo deciso che ci costituiremo parte civile. Eventuali risarcimenti verranno devoluti alle famiglie delle vittime”.
Il punto dalla Procura
Per la procura di Verbania che indaga sull’incidente del Mottarone,“sussiste il pericolo concreto e prevedibilmente prossimo della volontà degli indagati di sottrarsi alle conseguenze processuali e giudiziarie delle condotte contestate, allontanandosi dai rispettivi domicili e rendendosi irreperibili”.
Lo si legge nel decreto di fermo disposto nei confronti di Luigi Nerini, Enrico Perocchio e Gabriele Tadini, rispettivamente amministratore unico, direttore di esercizio e capo servizio della funivia crollata domenica scorsa causando la morte di quattordici persone.