Furto all’inviato di Striscia la Notizia, Vittorio Brumotti: un uomo di 40 anni di Nocera Inferiore, membro dello staff, è stato condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione. La sentenza è stata emessa dal Gup di Napoli al termine del rito abbreviato. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Furto all’inviato di Striscia la Notizia Vittorio Brumotti: condannato
Un uomo di 40 anni di Nocera Inferiore, identificato come PI, è stato condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione per furto. La sentenza è stata emessa dal Gup di Napoli al termine del rito abbreviato. L’incidente è avvenuto il 25 settembre 2023, quando Vittorio Brumotti, noto conduttore televisivo e ciclista, ha denunciato il furto. L’imputato avrebbe rubato un portafoglio contenente vari documenti, 10 carte di credito, tre schede per computer e 4.700 euro, tutto appartenente a Brumotti, dopo aver fatto irruzione in una camera d’albergo a Napoli. L’uomo era difeso dall’avvocato Francesco Marino.
Al momento dei fatti, l’imputato faceva parte dello staff di Brumotti, impegnato in una serie di inchieste giornalistiche contro il traffico di droga, condotte insieme ad altri collaboratori. Secondo la difesa dell’imputato, quest’ultimo si era travestito da acquirente in diverse occasioni e luoghi, utilizzando una telecamera nascosta per simulare l’acquisto di droga e registrare i vari spacciatori. Come documentato in vari servizi televisivi, l’equipe di Brumotti, insieme alle forze dell’ordine, interveniva successivamente sul posto. Nel giorno del furto, il conduttore televisivo dichiarò in una denuncia ai carabinieri di trovarsi nella sala da pranzo dell’hotel Ramada. Dopo qualche minuto, l’imputato comunicò a lui e al resto del team di non voler partecipare ai servizi pomeridiani programmati, esprimendo il desiderio di rimanere in albergo.
Rientrando nella sua camera, l’inviato di Striscia si accorse che la carta elettronica non funzionava. Inoltre, notò che nel suo zaino, spostato da dove lo aveva lasciato, mancavano soldi e oggetti personali. Le immagini delle telecamere di sorveglianza mostrarono un uomo entrare nella camera di Brumotti. Nella denuncia, Brumotti accusò il nocerino di aver scambiato la chiave della sua macchina fotografica con la propria, considerandolo responsabile del furto. Durante l’udienza, la difesa di PI sostenne che dalle analisi della scientifica non erano state trovate impronte digitali dell’imputato. Inoltre, la qualità delle immagini video non permetteva di identificare con certezza la persona che era entrata nella camera. Infine, la perquisizione effettuata dagli inquirenti presso l’abitazione del nocerino non portò a risultati positivi.
Un’altra obiezione sollevata dalla difesa riguardava la mancanza di indagini per accertare se altre persone fossero state riprese dalla telecamera. Tuttavia, il Gup ha optato per la condanna. Sono previsti novanta giorni per le motivazioni, dopodiché si procederà con l’appello, come già annunciato dalla difesa.