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L’1 febbraio 1969 nasce Gabriel Omar Batistuta: il “Re Leone” del calcio italiano

Gabriel Omar Batistuta è un allenatore di calcio ed ex calciatore argentino, di ruolo attaccante. Soprannominato Batigol e Re Leone, durante la sua carriera è stato considerato tra i più forti attaccanti al mondo.

1 febbraio 1969: nasce Gabriel Omar Batistuta, celeberrimo calciatore argentino

Nato ad Avellaneda l’1 febbraio del 1969, Gabriel Omar Batistuta (conosciuto da tutti come Batigol) è stato uno straordinario calciatore, grande sul campo come nella vita, alieno da qualsiasi forma di protagonismo, esordisce nella serie A argentina nel club del Newell’s nella stagione 1988/89, dove si rivela ancora un cucciolo in crescita: in sedici partite segna solo quattro gol, una media decisamente destinata a crescere.



L’anno seguente passa al River Plate: la stagione è da annoverare come sfortunata, contrassegnata da poche presenze (appena sette nell’arco di tutto il campionato) e da altri quattro gol. Gabriel però, consapevole del suo valore, scalpita. Ma anche chi lo ha osservato attentamente al di là del conteggio burocratico dei numeri sa che la sua è una bomba destinata ad esplodere. E a farne le spese non potranno che essere gli avversari che se lo troveranno sul cammino.

Così, quando passa al Boca Junior nel 1990, quella suonata da Batistuta è tutta un’altra musica: molto dolorosa per le orecchie degli avversari che si vedono infilare tredici gol in ventinove partite. Il campioncino ha solo vent’anni ma il pubblico, fino a quel momento un po’ sonnacchioso e distratto nei suoi confronti, comincia ad accorgersi di lui. Con buon intuito la Nazionale lo vuole immediatamente fra i suoi ranghi.

Gli anni della viola

Galvanizzato Batistuta ricambia con un’infilata di gol memorabile che porta l’Argentina a vincere la Coppa America nel 1991: è proprio Gabriel a salire sul podio di capocannoniere.



Inizia per il calciatore argentino l’avventura italiana. I club di casa nostra, sempre con le antenne alzate, è un po’ che lo curano, ma alla fine è la Fiorentina che riesce ad aggiudicarselo per cinque miliardi delle vecchie lire. Il primo anno gioca ventisette partite andando a segno tredici volte, fra l’altro senza l’ausilio di rigoripunizioni; nonostante i grandi risultati personali la Fiorentina non ce la fa e scivola, con gran sorpresa di tutti, in serie B.

La delusione è grande, il morale rischia di volare rasoterra e anche la voglia di andarsene può fare capolino fra un pensiero e l’altro. Invece l’argentino decide di rimanere a Firenze e di contribuire a risollevare le sorti della squadra. Gabriel non è infatti uomo che ragiona per calcolo o egoismi personali, ma che sceglie in base al cuore, al sentimento, e alla serietà degli impegni assunti.

Grazie a lui ed alla sua grande intesa con Francesco “Ciccio” Baiano riesce nell’intento: nel 1994 la Fiorentina torna finalmente a testa alta nella massima categoria.



Fa ancora meglio nella stagione 1994/95 quando riesce a segnare consecutivamente per le prime undici partite, per poi aggiudicarsi la classifica capocannonieri con un totale di ventisei reti.

I grandi successi

È solo l’assaggio di quella che sarà la stagione 1995-96, la più ricca di soddisfazioni: la Fiorentina finisce il campionato al terzo posto, conquista un posto in Europa e il 18 maggio a Bergamo contro l’Atalanta, Batistuta regala ai tifosi la Coppa Italia. Quattro mesi dopo a San Siro, contro il Milan, l’argentino stupisce l’Italia annichilendo i rossoneri con una strepitosa doppietta, l’obolo giusto per portarsi a casa la Supercoppa di Lega.


Batistuta solleva da capitano della Fiorentina la Supercoppa di Lega vinta nel 1996.

Naturale che a fronte di questi successi e dell’amore che questo campione ha sempre dimostrato verso la città toscana, fra lui e i tifosi si sia creato un rapporto davvero speciale, anche se non sono mancati momenti grigi e incomprensioni. A Firenze si chiacchierava un po’ troppo intorno alla sua vita privata, incrinando inevitabilmente la tranquillità del già sensibile Gabriel.

La tensione sfocia nell’urlo a squarciagola in occasione del gol segnato appunto a Milano nella finale di Supercoppa di Lega e dedicato alla moglie (chi non ricorda Gabriel che si getta dopo il gol sotto le telecamere gridando “Irina te amo”?).

L’infortunio

I successi di Batigol si sono poi succeduti negli anni con una serie memorabile di reti, contrassegnati da una regolarità impressionante. Se c’è Gabriel in campo si può star sicuri che quella palla prima o poi infilerà la porta per insaccarsi in rete.



L’idillio si è in parte incrinato solo nel febbraio del 1999 quando durante FiorentinaMilan Gabriel ha subito l’infortunio più grave della sua carriera che lo ha costretto a stare fermo per più di un mese.

Il suo recupero comunque è stato a tempo di record. L’assenza del capitano ha condizionato sensibilmente la Fiorentina, privata del suo leader, che perde la guida del campionato a favore della Lazio, senza riuscire più a riconquistarla.

Gli anni della magica Roma e il ritiro



Clamoroso è stato il suo passaggio alla Roma nell’estate del 2000; successivamente è stato acquistato dai nerazzurri dell’Inter. Poi dal 2003 al 2005 Batigol è stato impegnato in Qatar dove ha concluso la sua carriera agonistica. Un ultimo dato: con la Nazionale ha superato la soglia dei duecento gol!

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