Cronaca

Compra biglietto del Gratta e Vinci con amici, incassa 2 milioni ma non li divide: il caso finisce in Tribunale

Compra un biglietto del Gratta e Vinci a Garda con amici, riesce a vincere ben 2 milioni di euro ma non li divide: il caso è finito in Tribunale. L’imputato di 34 anni è stato accusato dagli amici di aver infranto il patto preso in precedenza. “Sono tutte bugie, non c’era alcun accordo di spartizione”, ha ribadito l’uomo.

Garda, compra biglietto vincente del Gratta e Vinci: non divide i soldi con gli amici

“La vincita appartiene interamente al sottoscritto, non ci penso proprio a dividerla”: lo ribadisce Ricardo G.T. 43enne di origini brasiliane di Monzambano che ieri è salito sul banco degli imputati contro l’accusa mossa dai due colleghi di lavoro e amici che dicono di essere stati truffati.

“Quel tagliando superfortunato lo abbiamo acquistato insieme, quindi la vincita va suddivisa in tre – sostengono Giovanni S., 51 anni, di Brescia, e Christian C., 62. trentino residente nel Veronese, costituitisi parte civile e difesi dall’avvocata Barbara Sorgato –. Tra noi c’era un patto ben preciso, avevamo anche contattato un notaio, ma Ricardo ci ha tradito e all’ultimo momento ha tentato di incassare da solo tutto il maxi malloppo”. Così le due ‘vittime’ sono riuscite a far bloccare la vincita dopo aver saputo che Ricardo aveva provato a riscuotere i soldi da solo.

L’imputato: “Sono tutte bugie”

“Sono un appassionato di Gratta e Vinci, gioco forte”, ha ammesso Ricardo. “Punto anche tre volte al giorno, non vado mai in perdita, con i soldi che vinco compro altri tagliandi. Seguo le statistiche e i sistemi di Lottomatica, mi informo sui posti dove si vince dai mille euro in su, così poi faccio i miei calcoli”.

“Quel giorno ho acquistato con i miei soldi a Garda cinque tagliandi da venti euro ciascuno, quando ho grattato il secondo ticket davanti a Gianni è risultato milionario. Abbiamo fatto festa, chiamando anche Christian. Ho fatto fotografare loro il tagliando da due milioni, non credevo ci fosse malizia. Ho pensato di fare loro un regalo, 80mila euro a testa, l’equivalente del fatturato di un anno di lavoro. A Gianni servivano i denti nuovi, Christian desiderava un’auto. Non eravamo solo colleghi ma anche amici, quindi volevo fare loro un regalo”.

“L’intero importo spetta a me in quanto il tagliando vincente l’ho acquistato io: non ho comprato ticket in società con loro, non ne avevano alcun bisogno, avevo da poco vinto e già incassato 800mila euro (un ticket vincente da 800 mila euro a Modena), non avevo certo bisogno del loro contributo per comprare altri biglietti. Quelle che sono venuti qui a dire in tribunale sono tutte bugie, non c’era alcun accordo di spartizione, invece loro dopo la mia vincita insistevano affinché andassimo dal notaio perché dicevano di non fidarsi di mia moglie e mia figlia. Io però ho fatto di testa mia e sono andato a incassare la vincita a Peschiera del Garda, finché pochi giorni dopo mi ha convocato la Finanza”.

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