Cronaca

Gaza, porto di Ravenna in sciopero il 3 giugno: no consegna di armi a Israele

I sindacati dei lavoratori del porto di Ravenna hanno proclamato uno sciopero per il 3 giugno, giorno in cui è attesa una nave che dovrebbe imbarcare “uno o più contenitori di materiale ad uso bellico” destinati al porto israeliano di Ashdod.

Gaza, porto di Ravenna in sciopero il 3 giugno

I lavoratorisentono la responsabilità morale di testimoniare l’impegno a favore della pace e si rifiutano di essere in qualsiasi modo complici di quel tragico conflitto“, hanno riferito le sigle sindacali.

La nota

“Le segreterie provinciali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti – si legge in una nota – sono venute a conoscenza che il giorno 3 giugno 2021 la nave Asiatic Liberty dell’armatore Zim, ormeggerà alle banchine in concessione alla società Tcr Spa per imbarcare, tra l’altro, uno o più contenitori di materiale ad uso bellico destinato al porto israeliano di Ashdod”.

“La possibilità che il materiale previsto al carico, nei prossimi giorni, al porto di Ravenna possa essere adoperato per alimentare una guerra – che ha già mietuto centinaia di vittime tra cui bambini, donne e anziani e migliaia di feriti, soprattutto civili – è altissima”, affermano i sindacati.

Sciopero lavoratori

Viene quindi proclamato lo sciopero dei lavoratori della Cooperativa Portuale e dei lavoratori di Tcr Spa “per il giorno 3 giugno relativamente ed esclusivamente a qualsiasi operazione o pratica amministrativa relativa all’imbarco di container contenenti materiali bellici destinati a qualunque delle parti in causa dell’attuale conflitto tra Israele e la Striscia di Gaza“.

Il 3 giugno sarà organizzato anche un presidio di protesta nel parcheggio antistante l’ingresso del terminal. “Il mondo del lavoro e i lavoratori del porto di Ravenna vogliono contribuire, con questo atto concreto – spiegano i sindacati – alla ricerca di una soluzione al conflitto che crei le condizioni durature per la pace tra i popoli israeliano e palestinese e per il loro diritto a vivere pacificamente in un proprio Stato libero ed indipendente, mettendo fine ad una guerra che da decenni ha mietuto decine di migliaia di vittime innocenti”.

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