È morto dopo un mese e mezzo di agonia all’ospedale di Genova un bimbo di appena 3 anni che aveva contratto una rara malattia, la sindrome emolitica-uremica, probabilmente dopo aver mangiato un formaggio a latte crudo contaminato.
Genova, bimbo morto dopo aver mangiato formaggio a latte crudo
Come riportato da Fanpage, il dramma ha avuto inizio durante una gita in montagna. La famiglia aveva acquistato da un’azienda casearia del formaggio a latte crudo e non pastorizzato e che probabilmente era contaminato da qualche ceppo di Escherichia Coli. Dopo averlo mangiato il bambino ha iniziato a stare male.
La mattina di Pasquetta i genitori lo hanno accompagnato all’Ospedale pediatrico Gaslini di Genova. Le condizioni del piccolo sono apparse fin da subito critiche e si sono aggravate sempre di più con il passere dei giorni finché non si è reso necessario il ricovero in rianimazione. Il piccolo è stato sottoposto a due interventi e ha superato anche alcuni arresti cardiaci, ma il suo cuore ha smesso di battere dopo un mese e mezzo di calvario.
Il dolore dei genitori: “Non deve accadere mai più a nessun bambino”
“Sembra banale ma certe cose quando succedono cambiano per sempre la vita, e questo stupido acronimo: SEU, (la sindrome emolitica-uremica) ha cambiato quella del mio piccolino, la mia, quella della mamma, dei nonni, fratelli, zii e quella di tutte le persone che hanno avuta la fortuna di vederlo correre nel vicolo e in passeggiata nei suoi splendidi due anni e mezzo Vorrei che quanto scritto possa mettere in guardia i genitori dai rischi della SEU per tutti i bambini” queste le parole del padre riportate da Fanpage.
”Non dovrà succedere mai più a nessun bambino, questa sarà la mia battaglia” ha aggiunto l’uomo. “Porteremo avanti questa battaglia, spingendo affinché venga introdotto l’obbligo per tutti di apporre etichette chiare sui latticini prodotti con latte crudo. Sulle confezioni di formaggio potrebbe esserci il simbolo di un bambino piccolo barrato, per esempio una cosa semplice e immediata” ha aggiunto la madre al Quotidiano Ivg, concludendo: “Le contaminazioni possono verificarsi e ciò che è successo è molto raro, ma è successo. E un caso è già troppo”.