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Genova: 600 contatti telefonici al mese all’ex per tornare insieme, per la Corte d’Appello non è stalking

Era stata condannata in primo grado per stalking perché aveva perseguitato l’ex fidanzato per 7 mesi con oltre 600 chiamate e messaggi al mese. Ora, invece, è arrivata assoluzione in appello con formula piena “perché il fatto non sussiste”. È successo in Liguria e protagonisti della vicenda sono una 36enne di Aulla e un 50enne di La Spezia.

Messaggi e chiamate all’ex non sono stalking ma sms d’amore

La 36enne era stata accusata di stalking dall’ex fidanzato, un 50enne spezzino che aveva interrotto la relazione e deciso di tornare con la moglie. Condannata in primo grado a un anno e quattro mesi di reclusione dal tribunale della Spezia, la donna è poi stata assolta in appello a Genova con formula piena “perché il fatto non sussiste”. Le telefonate e i messaggi rivolti all’ex erano, infatti, secondo i giudici, un tentativo di riallacciare la relazione.

Davanti al giudice monocratico, il 50enne aveva detto che il comportamento della donna gli aveva provocato “grave stato di ansia e paura“, tormentandolo con sms, telefonate, pedinamenti e aggressioni verbali. La 36enne, residente nel territorio di Aulla (Massa-Carrara) ma originaria della Spezia, avrebbe anche inviato mail ed sms di tono “ingiurioso e minaccioso” alla moglie e al figlio dell’uomo e chiamato nel cuore della notte la madre di quest’ultimo.

Il quadro probatorio che ha portato alla condanna in primo grado è stato però ribaltato nel giudizio di appello a Genova. Non sono stati dimostrati i presunti stati di ansia dell’uomo, mentre le telefonate sarebbero state appunto un modo per tornare con l’ex.

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