Cronaca

Giacomo Bozzoli, dall’omicidio dello zio alla fuga dopo la condanna: tutto quello che sappiamo

Giacomo Bozzoli ricercato omicidio zio scatta mandato arresto europeo
Giacomo Bozzoli
Giacomo Bozzoli

Tiene banco la storia di Giacomo Bozzoli, uomo di 39 anni condannato all’ergastolo dalla Corte di Cassazione per l’omicidio dello zio Mario Bozzoli. Dopo la letture della sentenza, i carabinieri hanno raggiunto la cada dell’uomo, senza però trovarlo. E da oggi, giovedì 4 luglio, su Bozzoli pende un mandato d’arresto europeo.

Giacomo Bozzoli ricercato per l’omicidio dello zio: scatta il mandato d’arresto europeo

La scomparsa di Giacomo Bozzoli risale all’8 ottobre del 2015, dalla fonderia di famiglia di cui era titolare a Marcheno, in provincia di Brescia. L’ultimo contatto con la moglie Irene risale alle 19:12 di quel giorno, quando telefonò dicendo di essere in ritardo e di raggiungerla più tardi in un ristorante sul Garda. Non essendo arrivato e non riuscendo a contattarlo, Irene ha lanciato l’allarme immediatamente.

Partirono subito le indagini, portando alla luce che le telecamere di sicurezza dell’azienda non hanno ripreso l’uscita di Mario Bozzoli, cosa che ha destato sospetti tra gli investigatori. È emerso il sospetto che le telecamere fossero state deliberate orientate verso angoli non monitorati.

Le autorità ritengono che Mario Bozzoli sia stato ucciso e il suo corpo gettato nel forno della fonderia. Giacomo è stato processato con l’accusa di omicidio volontario, premeditato e distruzione di prove, sebbene abbia sempre proclamato la sua innocenza. L’accusa sostiene che Giacomo avrebbe aggredito lo zio vicino ai forni e avrebbe pagato un operaio per disfarsi del corpo.

Il movente del delitto Bozzoli

Il movente ipotizzato è di natura economica, collegato a controversie familiari riguardanti la gestione dell’azienda. Durante il processo, un’ex fidanzata di Giacomo ha confermato i conflitti esistenti tra lui e lo zio.

La sera della scomparsa di Mario Bozzoli, altri operai erano presenti, inclusi Giuseppe Ghirardini, l’ultimo a vederlo, addetto al forno grande della fonderia. Ghirardini è scomparso una settimana dopo e il suo corpo è stato trovato con una capsula di cianuro nello stomaco. Sebbene sia stato aperto un fascicolo per istigazione al suicidio contro Alex e Giacomo Bozzoli, è stato successivamente archiviato nonostante le obiezioni della famiglia.

Le telecamere di sicurezza sono state cruciali nelle indagini, nonostante non abbiano ripreso l’uscita di Mario Bozzoli e fossero orientate in punti ciechi. Inizialmente quattro persone erano sotto inchiesta, inclusi due operai e due nipoti di Mario, ma dopo sette anni, l’unico imputato rimasto per omicidio è Giacomo.

Nonostante l’assenza di tracce biologiche nel forno, i periti hanno deciso di condurre un esperimento per verificare la teoria dell’accusa, utilizzando un maiale vestito con indumenti simili a quelli di Mario Bozzoli.

Il processo

Nel 2020, Giacomo Bozzoli è stato rinviato a giudizio e il processo ha avuto inizio nel gennaio 2021. Durante le udienze, sono stati esaminati i conflitti familiari e le testimonianze contraddittorie degli operai riguardo agli orari. Nel 2022, la Procura ha chiesto e ottenuto la condanna all’ergastolo per Giacomo Bozzoli, confermata anche in secondo grado.

Recentemente, la Corte di Cassazione ha confermato l’ergastolo per Giacomo Bozzoli, il quale continua a dichiararsi innocente. Dopo la sentenza, i carabinieri si sono recati a casa sua per trovarlo, ma sia lui che la sua famiglia, compresa la moglie e il figlio di nove anni, sono risultati irreperibili, sollevando sospetti di fuga. Sulla moglie di Giacomo è stato emesso un mandato di arresto europeo, potenzialmente coinvolta se provato un suo ruolo nella fuga di Giacomo.

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